L'arte del profumo a Parigi by Alka Joshi

L'arte del profumo a Parigi by Alka Joshi

autore:Alka Joshi [Joshi, Alka]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza


Terza parte

Usata da millenni in India per placare la mente e ammorbidire la pelle, l’essenza di legno di sandalo venne introdotta in Europa solo duecento anni fa.

Parigi, dicembre 1974

Durante il tragitto in taxi dall’aeroporto De Gaulle al nostro appartamento, accarezzo con la mano la preziosa scatola di palissandro che tengo in grembo, nella quale ci sono gli attar di mitti e di khus. Jiji avrebbe voluto che l’accompagnassi a Shimla per trascorrere qualche giorno con Jay e il resto della famiglia. Ormai usa questo termine per alludere a Malik, a Nimmi e ai loro figli. Com’è strano pensare che a Jaipur avevo solo Lakshmi, mentre ora ho una famiglia tutta mia, a migliaia e migliaia di chilometri da quella di mia sorella. Non ho potuto accettare il suo invito: dovevo rientrare a Parigi per Niki, oltre che per Pierre e le bambine. E per il mio lavoro.

A Parigi, il cielo nuvoloso di dicembre mi riempie di nostalgia per la luminosa calura dell’India. Nel giorno piú freddo tra quelli che ho trascorso ad Agra c’erano ventun gradi. Qui, alle sei di sera, ce ne sono otto, e avendo addosso solo un maglione e una giacca leggera, rabbrividisco per il freddo. Rimpiango di non aver accettato lo scialle che mi aveva offerto Lakshmi.

Durante il mio soggiorno ad Agra ho chiamato a casa di Florence una sola volta. Volevo sentire le voci delle mie bambine, il loro chiacchierio ininterrotto, volevo sapere dove le avesse portate la loro grand-mère. Avevano giocato a bocce e a badminton, mi hanno raccontato, e si erano mangiate i cioccolatini del calendario dell’avvento (il Natale è una festa che celebriamo esclusivamente a casa di mia suocera).

Non ho mai telefonato a Pierre. Avevo paura di sapere se Niki si era recato al nostro appartamento, se lui e mio marito avevano già avuto modo di conoscersi. In questo caso, però, supponevo che Pierre mi avrebbe chiamata immediatamente. Immaginavo che Niki sarebbe venuto da noi durante il giorno, mentre Pierre si trovava al lavoro. Dubitavo che la portinaia l’avrebbe lasciato salire, non avendolo mai visto prima. E anche se gliel’avesse permesso, non ci sarebbe stato nessuno ad aprirgli la porta.

Alla sera, mi dicevo, Pierre andava dalla madre per cenare con lei e le bambine, oppure passava la serata fuori con gli amici. Fantasticavo che Niki si fosse perso d’animo e in ultimo avesse deciso di rinunciare. Forse mi sarei evitata l’imbarazzo di presentarlo a mio marito e alle mie figlie.

Ma persino mentre mi prospettavo quella remota eventualità, sapevo che si trattava di una pia illusione.

E quando Pierre incontrerà Niki… be’, dovrò farmi venire un’idea. Adesso sono esausta per il viaggio e non ho la minima idea di cosa dire né all’uno né all’altro.



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