Le lupe by Boileau - Narcejac

Le lupe by Boileau - Narcejac

autore:Boileau - Narcejac [Boileau - Narcejac]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2024-07-01T22:00:00+00:00


VIII

Pioveva. Non uscivamo quasi mai. I giornali parlavano di sabotaggi, di attentati, di misure restrittive. Hélène aveva cancellato le sue lezioni, e tutti e quattro vivevamo come al rallentatore in quelle stanze immense in cui la luce entrava soltanto da un lato, cosicché avevamo sempre un profilo in ombra e l’altro illuminato. All’insaputa delle due sorelle, braccavo senza sosta Julia. Ero come una mano aperta che avanza, lenta e rassicurante, verso una mosca, e lei, come una mosca, si allontanava proprio quando stavo per chiudere le dita. In quell’appartamento che si prestava benissimo alla dissimulazione, era in atto una sfida garbata, cordiale, dalla quale io in quanto uomo uscivo sempre sconfitto. Julia trovava ogni volta un pretesto che le permetteva di raggiungere Agnès o Hélène: la camera da rassettare, i piatti da lavare, un vestito da stirare, e mi sfuggiva, con un compìto:

«Torno subito!».

Tornava. Ma mai da sola. E, quando eravamo tutti insieme, non mancava mai di profondersi in manifestazioni d’affetto nei miei confronti; mi passava una mano sul capo, mi dava un bacio sul collo. Una volta si sedette sulle mie ginocchia e dovetti tenerla per la vita, per evitare che cadesse. Aveva un odore di donna; era soda, calda, e rideva, sentendo sul suo fianco la mia mano sempre più impaziente. Hélène ne era infastidita e non si sforzava più di nascondere il suo cattivo umore. Su di noi si addensava una tempesta. Ogni minuto che passava mi procurava una fitta lancinante; sentivo il tempo formicolare dentro di me; mi sembrava di avere, al posto del sangue, un liquido urticante. Per fortuna Hélène era troppo beneducata per perdere le staffe. Ma Agnès, molto meno padrona di sé, sarebbe stata capacissima di provocare un incidente diplomatico. Julia, così riservata in un primo momento, lasciava intravedere la sua vera natura. Per esempio beveva il vino senza diluirlo, rovesciando un po’ la testa all’indietro per sorbire le ultime gocce; oppure giocherellava con i ninnoli sulle mensole; Hélène non poteva fare a meno di dirle:

«Attenzione! È roba fragile!».

«Oh! Non è mia abitudine rompere gli oggetti» replicava Julia.

Cose da nulla. Che però balzavano agli occhi, amplificate dall’irrilevanza dei discorsi, dal silenzio delle stanze intorno a noi, e dalla sensazione che l’appartamento si fosse trasformato in un campo di battaglia. La cosa più insopportabile era probabilmente il modo in cui Julia si era ambientata, aveva preso a muoversi a proprio agio, curiosando in cucina, frugando nei cassetti alla ricerca di un ditale, di un ago.

«Se me lo avesse chiesto!» osservava piccata Hélène.

Stringevo i pugni nelle tasche. Ancora quattro giorni. Ancora tre giorni. Una sera mi accorsi che la camera di Julia comunicava con la mia attraverso una porta bloccata. Allora strappai un foglio da un vecchio quaderno abbandonato in un cassetto del comò e le scrissi:

Domani mattina faccia in modo di uscire insieme a me.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.