L'enigmatico caso di Cesare Lombroso by Diana Bretherick

autore:Diana Bretherick [Bretherick, Diana]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Gialli
ISBN: 9788854176928
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2015-03-25T16:00:00+00:00

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La religione, che tanto tende a conservare le antiche abitudini e costumanze, contribuì certo a mantenere la pratica del tatuaggio.

Lombroso, 1876

Qualche ora più tardi entrarono nell’obitorio cittadino, un appropriatamente buio e temibile edificio adiacente al dipartimento di Patologia dell’università. I cadaveri erano stati ricomposti in una stanza dal soffitto piuttosto alto. Quando James alzò lo sguardo verso le due piccole finestre che lasciavano entrare un po’ di luce, ebbe l’impressione che assomigliassero a due occhi intenti a scrutare quei poveri digraziati che giacevano sui tavoli davanti a loro. Lombroso si avvicinò a quello più prossimo e tirò via il lenzuolo che copriva il cadavere. Era il corpo di Giuseppe Soldati. Il professore cominciò a esaminarlo, spostandolo, pungolandolo e osservandolo attraverso i suoi occhialetti sottili. All’inizio Ottolenghi e James si tennero a debita distanza, non volendo intralciarlo in alcun modo. Tullio rimase sulla porta, di guardia.

Impaziente, Lombroso li invitò ad avvicinarsi. «Prego, venite signori. Non v’è tanto da fare gli schizzinosi».

Gli uomini si avvicinarono al cadavere e l’osservarono. Dopo qualche minuto di interessato silenzio, Lombroso fece un passo indietro e sospirò.

«Avete trovato qualcosa, professore?», sussurrò James.

«Forse, ma bisogna avere pazienza. Roma non è stata costruita in un giorno! Adesso, Tullio, mostratemi l’altro corpo, per favore».

Tullio obbedì, alzando il lenzuolo che ricopriva Pietro Mancini. Lombroso fu più veloce con questo secondo cadavere, come se ormai sapesse esattamente cosa cercare. Lo stesso accadde con il cadavere di Ausano. Quando fu tolto il lenzuolo, il professore lo esaminò sbrigativamente e poi lo osservò con più attenzione. Quando ebbe trovato ciò che cercava si rivolse a Tullio.

«Il dottor Gallini ha detto qualcosa degno di nota a Machinetti, riguardo ai cadaveri?»

«Non per quanto ne sappia io», rispose Tullio. «Lo ha semplicemente informato della causa della morte e degli orari approssimativi. Nient’altro. Il suo esame è stato piuttosto superficiale, essendo ovvia la causa della morte, secondo lui. Perché me lo chiedete, professore? Avete trovato qualcosa?»

«Forse», fece Lombroso, accarezzandosi la barba. «Ci penserò su e ne discuteremo più tardi».

Quindi Lombroso uscì bruscamente dalla stanza, senza rivelare ciò che aveva scoperto. A James sembrò che il professore volesse creare una certa tensione drammatica, più che riflettervi su con calma.

La teatralità di Lombroso poteva pure andare bene in una lezione, ma in questo caso gli sembrava che stesse semplicemente esagerando.

Tullio cominciò a ricoprire coscienziosamente i cadaveri con le lenzuola. Prima di lasciare la stanza, James si voltò a guardare i profili dei corpi che giacevano sui freddi tavoli mortuari in attesa di essere sepolti. Rabbrividì, non per il freddo ma per il pensiero della morte e di quanto fosse insensata. Anche se l’assassino aveva opportunamente scelto le proprie vittime, cosa che sembrava evidente, erano state uccise solo perché si erano ritrovate nel posto sbagliato al momento sbagliato? Avevano attirato la sua attenzione solo perché avevano riso troppo forte o perché l’avevano urtato in strada, o semplicemente erano state associate alla persona sbagliata… in questo caso, Lombroso? Rabbrividì di nuovo, questa volta per paura. Poi si fece forza. La priorità era

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