Lezioni sul meridionalismo by Sabino Cassese

autore:Sabino, Cassese [Cassese, Sabino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Politica, Sociologia, Antropologia culturale, Diritto, Saggi
ISBN: 9788815328625
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-09-14T22:00:00+00:00

Aggiungendo però subito che l’emigrazione era «causa di un costo in termini materiali ed umani, assai più alto di quello necessario»[28], che lo Stato era stato incapace di fronteggiare i problemi che l’imponente fenomeno comportava e che nulla aveva fatto per garantire agli emigrati la difesa e l’assistenza organizzata nei luoghi di partenza e in quelli di origine. Da qui la sua invocazione di una politica di emigrazione assistita, anche per l’utilizzazione delle rimesse e delle esperienze che tanti uomini del Sud avevano acquisito all’estero.

Fu negli anni Sessanta, come si è detto, al culmine del processo e quando i suoi effetti si rilevavano dirompenti, che Rossi-Doria affrontò con metodo il problema, e dimostrandone sulla base di dati, come era solito fare, gli impatti e le vie da intraprendere per metterne a frutto la carica oggettiva di trasformazione, anche inserendolo nel contesto dell’Europa comunitaria che si andava formando[29]. Ma è importante notare che il tema gli era stato presente nelle sue linee essenziali fin da quando assunse il compito di sostenere l’esigenza di una profonda trasformazione dell’agricoltura meridionale. Già nel 1946, infatti, discutendo dei problemi delle trasformazioni fondiarie e riferendosi in particolare alle zone interne dell’osso, sosteneva:

Per quanto possa essere duro e doloroso, è qui opportuno sviluppare [...] una politica che miri essenzialmente a rendere più facile nei successivi decenni la trasformazione fondiaria, preparandone alcune condizioni che oggi mancano. A tal fine bisognerebbe anzitutto facilitare l’emigrazione da questi territori sia verso l’estero che verso l’interno in modo da determinarne un effettivo e sensibile sfollamento: fino a quando, infatti, essi, che sono naturalmente tra i più poveri d’Italia, dovranno sopportare le attuali densità di popolazione non è pensabile alcun loro razionale riordinamento[30].

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