Limes 062015 — Chi bussa alla nostra porta by Limes

Limes 062015 — Chi bussa alla nostra porta by Limes

autore:Limes [Limes]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Gruppo Editoriale L'Espresso SpA
pubblicato: 2015-07-05T22:00:00+00:00


1. C’è un Dio per i trafficanti di esseri umani? È forse lo stesso Dio invocato dai migranti quando le loro vite sono appese a un filo in balia dei carcerieri nelle prigioni del deserto o restano aggrappate alla prua di una barca in procinto di affondare? Le inchieste delle procure italiane sul fenomeno delle migrazioni e sui traffici di esseri umani dimostrano una verità complessa e inaspettata. Grazie a un complesso lavoro di profiling sui capi delle principali reti di contrabbando, e grazie alle testimonianze di decine di migranti giunti sulle nostre coste, sono state ricostruite vite, personalità e sentire religioso.

Il primo quesito da sciogliere è: a chi rivolgono le preghiere i boss che gestiscono le vite di decine di migliaia di persone in cerca di un approdo in Europa? Al vertice di quei gruppi criminali ci sono soggetti provenienti dalle più disparate e disperate zone dell’Africa. E il loro nume tutelare, più d’una volta, è lo stesso Dio che molti di noi pregano in Europa, nel nome della tradizione cattolica. Perché possiamo descriverli come brutti, sporchi e cattivi ma siamo costretti ad ammettere come molti di loro, autori di crimini efferati, siano uniti alla maggioranza di noi italiani nel Credo cattolico. Non cercano il perdono e non rivolgono scuse al Dio in cui credono per il lavoro che fanno e per i crimini commessi: l’attività del traffico di esseri umani è percepita in fondo quasi come una missione. O nel peggiore dei casi è alla stregua di uno spazio commerciale da riempire in ossequio alla logica capitalistica della domanda e dell’offerta.

Per raccontare la religiosità di uomini e donne impegnati a vario titolo nel sistema del traffico di migranti bisogna andare in Svezia. Lì vive – senza neanche bisogno di dissimulare la sua identità – Lydia Tesfu. Lei, in fondo, si ritiene soltanto una ragazza eritrea fuggita dal suo paese per cercare una vita migliore, un luogo accogliente per mettere radici e fare crescere la sua piccola figlia. Lydia ha affrontato il viaggio della speranza che l’ha condotta fin nel cuore dell’Europa correndo rischi minori rispetto a chi attraversa il Canale di Sicilia. È arrivata sotto la scorta del suo compagno. Lui si chiama Medhane Yehdego, ed è uno dei cinque boss del network nordafricano leader nel traffico di esseri umani, ricercato da tutte le polizie europee.

Il motto che campeggia nella pagina facebook di Lydia, la compagna del boss, non lascia dubbi: «Jesus bless our people». È la prova di una fede solida e senza dubbi. Medhane e Lydia – almeno fino al luglio dell’anno scorso – hanno dialogato sui social network, postando foto, scambiandosi auguri e coccole virtuali in attesa di potersi riabbracciare, ma soprattutto si sono confermati reciprocamente nella salda fede cattolico-romana.



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