L'Impero Dell'Oscuro by Jack Williamson

L'Impero Dell'Oscuro by Jack Williamson

autore:Jack Williamson [Williamson, Jack]
Format: epub
pubblicato: 2010-01-24T22:00:00+00:00


«Di' loro di seguirmi.»

«Questo è proibito,» ruggì l'uomo di bronzo. «Solo la stirpe reale, i nobili, gli stregoni e i più ricchi mercanti possono entrare nel salone della doppia ascia.»

«Non è più proibito,» disse Teseo. «Perché io domando il trono in nome del popolo di Creta, e voglio perciò che il popolo sia presente. Di' che mi seguano... tutti gli artigiani e gli schiavi.»

Talos si voltò, e il suo viso semplice era la maschera della perplessità.

«Questo a Minosse non piacerebbe.»

«Ma sono io il nuovo Minosse,» disse Teseo, «e te l'ordino.»

Non troppo convinta, la voce roboante di Talos gridò il richiamo. Teseo sentì dei passi soffocati e timorosi, che lo seguivano. Finalmente essi giunsero nella solenne immensità del sacro salone, le cui enormi colonne quadrate portavano incisi i segni della doppia ascia. Delle fiamme dai colori spettrali danzavano su grandi bracieri, montati su tripodi, a forma di testa di toro. Un altare circondato da tende nere era coperto da un grande drappo bianco, e un'antica ascia di ossidiana era deposta al centro di esso. Dei sacerdoti dalle vesti nere erano inginocchiati accanto all'altare. Davanti a esso, vestiti di bianco e di nero, si ergevano Minosse e Dedalo.

Talos si fermò davanti a loro, ruggendo:

«Ecco Gothung il Normanno, che è stato scelto oggi dall'Oscuro per salire sul trono. Egli è pronto.»

In piedi, accanto al gigante... rendendosi improvvisamente conto di esse-re nudo e indifeso... Teseo guardò il volto di Minosse. Il sovrano decaduto gli sorrise allegramente, e, alla luce dei bracieri, i suoi occhi scintillavano di gioia. Poi Minosse guardò oltre Teseo, e vide gli schiavi e gli artigiani che scivolavano silenziosamente nel salone. Ridacchiò, e poi disse, con la sua voce femminea:

«Cacciateli fuori!»

Ma Teseo alzò un braccio, in segno di protesta.

«Ferma! Li ho chiamati io, e ho ordinato loro di seguirmi. Perché essi sono il popolo di Creta, e saranno loro i nuovi padroni. Io domando il trono che ho vinto, in nome loro e per loro. E ora ti avverto che il regno degli stregoni e dell'Oscuro è finito!»

L'uomo dalla veste bianca e quello dalla veste nera si guardarono in faccia. Il volto oscuro di Dedalo era imperscrutabile, e così pure quello roseo di Minosse. Parve a Teseo, però, per un istante, che una luce ironica e perversa si fosse accesa negli occhi neri di Dedalo. Ma Minosse sorrise di nuovo.

«Che restino, allora,» disse, piano, «a vedere il loro dio!»

I preti inginocchiati iniziarono un canto basso e solenne, nella loro lingua segreta. Il mago Dedalo, con la sua voce cupa carica di disprezzo, si fece avanti e disse:

«Vieni avanti, Gothung il Normanno. Ricevi le vesti di Minosse, prendi la tua sposa divina, accetta la doppia ascia dell'Oscuro, e assumi il tuo posto tra gli dei.»

Cercando di celare un brivido di apprensione, Teseo si fece avanti, avvicinandosi all'altare. A un segnale di Dedalo, si inginocchiò davanti a esso. Cantando nella lingua segreta, lo stregone tolse la veste bianca dalle spalle di Minosse, e la posò sul corpo di Teseo. I preti tacquero, improvvisamente.



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