L'occhio della montagna by Sara Baume

L'occhio della montagna by Sara Baume

autore:Sara Baume [Baume, Sara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: NN
pubblicato: 2022-09-16T08:54:18+00:00


cinque

Il monte restò non scalato

per i primi cinque anni che vissero lì.

Alle pendici, le cose continuavano ad accumularsi.

Si accumulavano le parole che si erano detti, i milioni di frasi che le contenevano sin dall’inizio dei loro anni insieme, così come gli innumerevoli passi fatti, i chilometri percorsi, i litri d’acqua scaricati nel water e versati negli scarichi, versati in gola.

Si accumulava il compost nel bidone. Le calamite sul frigorifero non lasciavano intravedere il bianco. Si accumulavano i loro vestiti usati – vecchi ancora prima che Bell e Sigh li comprassero – finché un giorno non riempirono un sacco per il centro di riciclaggio. Gettarono tutti i maglioni, le gonne e le camicie sul copriletto. Passarono in rassegna ogni fantasia, chiedendosi se certe combinazioni di colori fossero ormai troppo sgargianti, o certi tagli mortificanti, o certi stili inadatti alle persone leggermente diverse che erano diventati.

Si accumulavano gli odori – i piumoni dei cani, l’umidità e la fuliggine, gli oli secreti dalla frittura di pesce grasso, il fumo dei bastoncini d’incenso aromatizzati al legno di sandalo, cedro ed eucalipto – stagnavano tutti insieme formando un profumo tutto loro:

l’odore della casa;

l’odore delle loro giornate.

Il sesto agosto l’eruzione di muffa sul muro del bagno era stata per tre volte ricoperta di vernice. Il filtro della lavatrice era stato cambiato due volte; il sacchetto della spazzatura duecento. Ma la batteria del rilevatore di fumo non era mai stata sostituita e né Bell né Sigh ricordavano esattamente quando avesse smesso di cinguettare.

Un groviglio di paglia e peli era stato per quattro volte estratto dalla ventola del bagno, eppure gli storni tornavano ogni primavera a nidificare, e la muffa riaffiorava ogni inverno, incombeva sotto il nuovo strato di bianco, intensificandosi fino a comparire.

Ormai tutte le forbici erano smussate, e anche il solitario coltello da cucina. Sigh comprò una cote a grana fine e affilò con entusiasmo ogni cosa simile a una lama che trovò nel cassetto delle posate e nella cassetta degli attrezzi da pesca.

Affilò tre lunghi bastoncini dei cani e ne fece delle lance.

Affilò anche le ossa artificiali all’aroma di pollo.

Anche i loro denti erano smussati, a quel punto, trafitti da minuscoli fori, segnati da crepe fini come capelli. Si leccavano le carie per tutto il giorno, senza rendersene conto. Grazie alle loro lingue insistenti e agli acidi corrosivi e agli zuccheri che mangiavano, le carie si approfondivano, si allargavano – da punture a capocchie di spillo, fino a raggiungere le dimensioni di una briciola.

Pezzi di cibo nuovi e più grandi ci si incastravano con sempre maggior frequenza.

Tra i peli corti e fitti color ottanio della moquette delle scale si erano depositati altri tipi di briciole.

La moquette delle scale era l’unica superficie fissa. Non poteva essere staccata, gettata sul muro del giardino e flagellata. Il sesto anno comprarono un aspirapolvere di seconda mano. Aveva perso una rotellina e la maggior parte degli ugelli. Costava poco ma non era potente – non abbastanza da sconfiggere cinque anni interi di sporcizia eclettica che si era raccolta nella moquette



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