L'ultima beatitudine: La morte come pienezza di vita by Alberto Maggi

L'ultima beatitudine: La morte come pienezza di vita by Alberto Maggi

autore:Alberto Maggi [Maggi, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, Christian Life, General
ISBN: 9788811147831
Google: ZuHhDgAAQBAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 2017-05-23T22:00:00+00:00


Splendere

Gesù ha incontrato una forte resistenza tra i suoi discepoli nel cercare di far comprendere loro che lui non era il Messia trionfatore atteso, il Figlio di Davide, ma il Figlio di Dio: le speranze di un popolo sconfitto e avvilito, che vedeva nella violenza il riscatto della sua umiliazione, si concretizzavano nell’attesa di un Messia «figlio di Davide», emulo del grande re che riuscì a riunire in un unico regno le tribù d’Israele. Gesù non è il «figlio di Davide», non regna togliendo la vita ai suoi avversari, ma, figlio del Dio vivente, sacrificherà la sua vita anche per i nemici (Mt 22,42-45; Mc 12,35-37; Lc 20,41-44). I discepoli non ne vogliono sapere. Per essi non è possibile che il Messia muoia, altrimenti non è il Messia, perché l’inviato da Dio non può morire (Gv 12,34).

Dopo lo scontro con Pietro («Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: “Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai”», Mt 16,22; Mc 8,32), seguito al primo dei tre annunci che il Messia sarebbe andato incontro alla morte a Gerusalemme (Mt 16,24), Gesù prende con sé i discepoli su un alto monte, figura della sfera divina, per mostrare loro qual è la condizione dell’uomo che passa attraverso la morte.

L’episodio della Trasfigurazione di Gesù (Mt 17,1-9; Mc 9,2-10; Lc 9,28-36) è collocato da Matteo e Marco al «sesto giorno», quello della creazione dell’uomo (Gen 1,26-31) e della manifestazione della gloria del Signore sul Sinai (Es 24,16), in quanto Gesù è la realizzazione definitiva della creazione di Dio e la manifestazione della sua gloria.

Luca invece colloca la trasfigurazione «circa otto giorni dopo» (Lc 9,28). Gesù è risuscitato «il primo giorno della settimana» (Lc 24,1), l’ottavo giorno, e questa cifra indicava tra i primi cristiani la risurrezione del Cristo: è per questo che i battisteri, il luogo della rinascita attraverso il battesimo, avevano sempre forma ottagonale.

A Pietro, Giacomo e Giovanni, i discepoli che saranno testimoni della sua cattura, Gesù intende mostrare che la sua morte non sarà che un passaggio verso la pienezza della propria condizione: «E fu trasformato davanti a loro; e splendette il suo volto come il sole e le sue vesti divennero bianche come la luce» (Mt 17,2).

In Gesù l’azione creatrice di Dio viene portata a compimento, operando in lui una trasformazione luminosa durante la quale il suo volto brilla come il sole.

«Splendere come il sole» è espressione che indica la pienezza della condizione divina («I giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre», Mt 13,43; Dn 10,6) che Gesù manifesta nella sua persona.

Il Cristo, «irradiazione della gloria di Dio» (Eb 1,3), emana lo stesso splendore del sole, al quale Dio era paragonato («Perché sole e scudo è il Signore Dio», Sal 84,12; Ap 22,5). Il candore «come la luce» delle vesti è lo stesso dell’Angelo del Signore (Dio stesso) quando annuncia la risurrezione di Gesù («il suo vestito bianco come neve», Mt 28,3).

Nel Libro del profeta Daniele si legge che quelli che si risveglieranno alla vita eterna



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