L'ultimo cavaliere. La torre nera vol. 1 by Stephen King

L'ultimo cavaliere. La torre nera vol. 1 by Stephen King

autore:Stephen King [King, Stephen]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788882745929
Amazon: 8882745929
editore: European Schoolbooks
pubblicato: 2003-01-02T00:00:00+00:00


12

Alla fine non fu gran cosa e Roland ne fu contento. Hax fu portato su un carretto scoperto, ma era riconoscibile solo per la straordinaria stazza; la faccia gli era stata ricoperta per intero da un ampio straccio nero. Qualcuno lo prese a sassate, ma i più continuarono tranquillamente a mangiare mentre guardavano.

Un pistolero che il ragazzo non conosceva bene (era contento che suo padre non avesse estratto il sasso nero) accompagnò il grasso cuoco su per gli scalini. Due Guardie della Vedetta li avevano preceduti e si erano piazzate ai lati della botola. Giunto in cima, il pistolero gettò la corda oltre la trave, quindi passò il cappio attorno alla testa del cuoco, serrandolo in modo che il nodo rimanesse sospeso appena sotto l’orecchio sinistro. Tutti gli uccelli si erano involati, ma Roland sapeva dove aspettavano.

«Vuoi rendere una confessione?» chiese il pistolero.

«Non ho niente da confessare», rispose Hax. Si udivano distintamente le parole che pronunciava e la sua voce risultava stranamente «dignitosa», a dispetto dello straccio che gli copriva le labbra. Il fazzoletto si increspava lievemente nella gradevole brezza che si era levata da poco. «Io non ho dimenticato il volto di mio padre. È sempre stato con me.»

Roland si voltò di scatto a osservare la folla e fu turbato da ciò che vide. Compassione, forse? Ammirazione? Avrebbe domandato a suo padre. Quando i traditori vengono proclamati eroi (o gli eroi traditori, ipotizzò nella sua grave cadenza meditativa), dev’essere segno di tempi. Tempi davvero bui. Si rammaricò di non capire meglio. Gli sovvenne Cort e il pane che aveva dato loro l’istruttore. Provò disprezzo. Si avvicinava il giorno in cui Cort lo avrebbe servito. E forse non avrebbe servito Cuthbert perché forse Bert non avrebbe resistito al peso fisico dei suoi insegnamenti e sarebbe rimasto paggio o scudiero (o, per un destino infinitamente peggiore, profumato diplomatico, a trastullarsi nelle sale da ricevimento o a spiare in false sfere di cristallo in compagnia di molli re e principi), come invece non sarebbe successo a lui. Lo sapeva. Lui era per gli spazi aperti e le lunghe cavalcate. Che sembrasse un bel destino era cosa di cui si sarebbe meravigliato in seguito, nella sua solitudine.

«Roland?»

«Sono qui.»

Prese la mano di Cuthbert e le loro dita si intrecciarono in una morsa ferrea.

«L’accusa è omicidio capitale e sedizione», disse il pistolero. «Tu hai traversato il bianco e io, Charles figlio di Charles, ti consegno per sempre al nero.»

La folla mormorò, qualcuno in segno di protesta.

«Io non ho mai...»

«Racconta la tua storia negli inferi, larva», tagliò corto Charles di Charles e tirò la leva con entrambe le mani infilate nei guanti gialli.

La botola si spalancò. Hax precipitò quando ancora cercava di parlare. Roland non l’avrebbe mai più dimenticato. Dove finì quella frase che cominciò a pronunciare in terra? Le sue parole furono troncate dal rumore che fa un nodo in un tronco di pino che esplode nel cuore gelido di una notte d’inverno.

Ma complessivamente non gli parve gran cosa. Le gambe del cuoco scalciarono una



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