L'Uno by Heinrich Päs

L'Uno by Heinrich Päs

autore:Heinrich Päs [Päs, Heinrich]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2023-12-21T23:00:00+00:00


«Ἕν καὶ πᾶν»

«Ἕν καὶ πᾶν!» (Uno e Tutto!). Per Friedrich Schelling e i suoi amici, quelle strane parole che mormoravano erano al contempo una parola d’ordine, un saluto e un motto, significavano letteralmente il mondo. Nel 1790, quando entrò nel Tübinger Stift, il seminario di Tubinga, Schelling aveva soltanto quindici anni e cinque di meno dei suoi compagni di stanza, il sensibile e originale Friedrich Hölderlin e il goffo, serio e pensoso Georg Wilhelm Friedrich Hegel, che già in gioventù era soprannominato «il vecchio». All’epoca, Schelling aveva già imparato otto lingue, tra cui l’ebraico e l’arabo. Erano giovani molto dotati, e tutt’e tre sarebbero diventati famosi, ma nessuno di loro sarebbe diventato sacerdote. Insieme, soffrivano per le rigide regole di quella «galera della teologia», come la descrissero in lettere disperate ai genitori. Lo Stift, tuttavia, era considerato il seminario più prestigioso del paese per la formazione dei futuri sacerdoti protestanti. Lì, esattamente duecento anni prima, si era formato Keplero. Sognando il cielo, Hölderlin compose una poesia per celebrare l’uomo che aveva dato un senso alle orbite dei pianeti intorno al Sole, interpretandole come un’armonia cosmica e ispirando la meccanica classica di Newton: «Nelle regioni stellate la mia mente vaga, si libra sui campi uraniani e riflette. Solitario e audace è il mio percorso, che richiede un passo ardito [...] [colui] che condusse il pensatore in Albione [...] nel campo della contemplazione più profonda, e che, illuminando la via, si avventurò nel labirinto».86

Come molte giovani menti di quella generazione, i tre amici si sentivano inquieti. La mancanza di individualità e di libertà nello Stift non era altro che un riflesso della situazione politica all’esterno. In questo contesto, il loro slogan evocava un paradiso segreto – e negli anni sconvolgenti che seguirono il 1789 la segretezza era ben motivata. Certo, Tubinga era una tranquilla cittadina con case a graticcio e un castello medievale nel centro, affacciata su colline verdeggianti e sulla pianura ai piedi del Giura svevo, però era soltanto a un centinaio di chilometri da Strasburgo e dal confine francese, una distanza che un cavallo veloce, partendo dal paese in cui la Rivoluzione francese stava facendo a pezzi l’ordine feudale europeo, poteva percorrere in poche ore.

Quando i tre amici si unirono a un gruppo di studenti per piantare un albero della libertà in un prato fuori città e firmarono un pamphlet con slogan rivoluzionari come «Vive la liberté!», Carlo Eugenio duca di Württemberg si recò di persona allo Stift per indagare sul caso. Con grande sollievo dei tre giovani, l’unica conseguenza fu che il leader del gruppo dovette fuggire a Strasburgo. In quel periodo, la curiosità dei tre non si limitava alla politica. Insieme, «offrivano sacrifici a Bacco», riunendosi per fare grandi bevute. A un certo punto, iniziarono ad alzarsi nel cuore della notte (due ore prima dell’inizio del programma quotidiano) per discutere di filosofia. A posteriori, possiamo dire che queste discussioni erano rivoluzionarie quanto la politica. Nel 1781 Immanuel Kant aveva pubblicato la Critica della ragion pura, in cui aveva sottolineato l’impossibilità di accedere alla realtà così com’è realmente.



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