Ma io ti ho sempre salvato by Luciano Violante

Ma io ti ho sempre salvato by Luciano Violante

autore:Luciano Violante [Violante, Luciano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2024-03-26T23:00:00+00:00


4. Indifferenti alla morte

«A differenza del Samaritano, non patiamo lo “splagchnizomai”».

Lc 10, 25-37

La morte domina il nostro tempo principalmente a causa della guerra, ma non solo a causa della guerra. Oltre alle guerre ci sono le morti per migrazione. Altre generazioni di giovani muoiono, annegati, per il freddo o per le torture, mentre sono in cerca di un futuro migliore.

L’insensibilità alla morte di milioni di persone, procurata da deliberate scelte politiche, porta allo sfaldamento dei legami culturali che tengono insieme una società. Per ricostituirli è necessaria una cultura della vita. Cultura della vita significa reclamare innanzitutto la difesa della vita come dovere prioritario delle autorità politiche. Occorre ricostruire, anche laicamente, la sacralità della vita e della morte, per non diventare preda del cinismo. Oggi si chiede la pace. Ma la vita è più della pace perché riguarda le persone, mentre la pace riguarda gli Stati. Le ragazze iraniane rischiano il carcere gridando «donne, vita, libertà»; non vogliono la pace, vogliono la vita, perché dalla vita nasce la libertà e la pace. Forse sono più avanti di noi. Non parlo di leggi, parlo di una cultura civile nuova e profonda della vita, da costruire attraverso la consapevole conoscenza di quanto accade attorno a noi e il libero dibattito pubblico.

Si compiono in questa direzione, a volte in buona fede, errori di civiltà. Si tratta delle cosiddette campagne per la vita, apparentemente vestite di religiosità, ma in realtà con i panni del bigottismo e della prepotenza ideologica. Se il presupposto è che ci siano valori non negoziabili, cioè non suscettibili di argomentazione nello spazio pubblico, se non si può prescindere dalla vita come dono divino, pur difendendone la sacralità, o dalla criminalizzazione della donna che è sul crinale della dura scelta tra l’aborto e la nascita, è chiaro che non si vuole costruire una società della vita, ma sviluppare aggressive ideologie di potenza.

Oggi, noi occidentali del XXI secolo, fiduciosi nelle virtù della democrazia, tendiamo a identificare ciò che è buono e giusto con ciò che è consentito dalla legge e ciò che è male con ciò che la legge proibisce; sicché ci sentiamo sollevati dalla responsabilità personale di decidere noi stessi che cosa sia buono e che cosa non lo è. Siamo attraversati da spinte contraddittorie, che da un lato tendono alla «iperlegificazione» della vita sociale e dall’altra al permissivismo liberale; si accorcia nuovamente la necessaria distanza critica tra legge, morale e religione. Ancora oggi, non è raro che su specifici problemi ritorni la difficile questione della distinzione tra ciò che è religione, ciò che è morale e ciò che appartiene al diritto. I confini tra queste realtà appaiono spesso sovrapposti. Ma sono distinzioni necessarie alla civiltà. Siamo noi che dobbiamo continuamente rinvenire in noi stessi le tracce di una identità capace di convincerci di quella necessità, nella ricerca incessante di una coerenza, sempre da ritrovare, tra momenti distinti, in un movimento inclusivo che non trascuri nulla. Come quello con cui Atena, nel giudizio su Oreste, assassino della madre, inseguito dalle Erinni che



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.