Mai Più! by Ugo Volli

Mai Più! by Ugo Volli

autore:Ugo Volli [Ugo Volli]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-04-22T00:00:00+00:00


La memoria della Shoah

Ciò è vero anche della memoria della Shoah che l’Europa ha scelto di celebrare. La Giornata della Memoria prende come oggetto in senso stretto il genocidio nazista degli ebrei d’Europa, anzi si concentra sui campi di sterminio e in primo luogo su Auschwitz. Nel farlo, però, lascia ai margini altri campi come ad esempio Belzec (tra le 500 e le 700 mila vittime), Jasenovac (700 mila sterminati) e Chełmno (200 mila uccisi), e ignora quasi del tutto le vittime della prima fase del genocidio, i moltissimi ebrei ammazzati direttamente nei luoghi dove vivevano; per citare solo un nome, non si può non citare Babi Yar, quel fossato nei pressi della città ucraina di Kiev dove, fra il 29 e il 30 settembre del 1941, furono massacrati 33.771 ebrei.

In tutta l’area dei paesi dell’Est conquistati dai nazisti furono più di un milione gli ebrei uccisi sul posto spesso in maniera terribilmente crudele e umiliante dall’esercito tedesco e dai suoi collaboratori locali. In Italia il primo atto della Shoah fu la «strage di Meina» sul Lago Maggiore del settembre 1943, quando una sessantina circa di ebrei rifugiati in quelle località fu uccisa a colpi d’arma da fuoco dai nazisti e poi eliminata bruciandoli nelle stufe o affondandoli nel lago.

Questa marginalità della memoria delle vittime precedenti al funzionamento delle macchine della morte porta con sé, forse non per caso, l’oblio dei «volonterosi carnefici» delle popolazioni in mezzo a cui gli ebrei vivevano, che a loro volta furono occupate e oppresse dai tedeschi o si allearono loro: polacchi, ucraini, lituani, estoni, croati, in certa misura ungheresi e anche italiani e francesi collaborazionisti, che non mancarono.

Quel che si dimentica del tutto, in una memoria focalizzata solo sulla «soluzione finale del problema ebraico», è soprattutto come e chi ha insistentemente montato questo «problema» nel corso del tempo precedente a Auschwitz.

Fino alla rivoluzione francese, discriminazione degli ebrei e stragi ricorrenti (non puramente occasionali) si presentarono nella totalità delle società cristiane e islamiche - più o meno nella stessa misura, diversamente da quel che si ama dire oggi. Dopo l’emancipazione, la maggior parte degli ebrei d’Europa (praticamente tutti gli ebrei italiani, per esempio, ma anche gli ebrei tedeschi da Mendelssohn fino a Hermann Cohen), aveva tacitamente o esplicitamente accettato di inserirsi del tutto nelle società nazionali, aveva partecipato con entusiasmo e sacrificio alle loro vicissitudini, guerre incluse, si era illuso di potersi integrare in quei popoli mantenendo solo una differenza religiosa non diversa da quella fra cattolici e protestanti.

C’era stata però una lunghissima campagna di propaganda, alimentata soprattutto dalla Chiesa e poi diffusa in vari ambienti di estrema destra, ma anche socialisti e illuministi per sottolineare la loro colpevole differenza e indicare in loro (allo stesso tempo capitalisti e rivoluzionari, arcaici e sovvertitori delle tradizioni, nemici della nazione e suoi proprietari) i responsabili di ogni sofferenza popolare e crisi economica; ma ancora gli autori di diritti mostruosi, dal «deicidio» agli omicidi di bambini cristiani per trarne il sangue per le azzime ecc.

In questa azione (oltre



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