Napoleone by Sergio Valzania;

Napoleone by Sergio Valzania;

autore:Sergio Valzania; [Valzania, Sergio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838942488
editore: edigita
pubblicato: 2021-04-18T22:00:00+00:00


Jena e Varsavia

La sera del 14 ottobre del 1806 Napoleone, stanco ma molto soddisfatto di sé, raggiunge la locanda dove è stato allestito il comando e dove i suoi cuochi stanno preparando la cena per l’imperatore. La cena doveva essere sempre pronta perché non si sapeva quando Napoleone decideva di mangiare. La locanda dà uno spettacolo veramente incredibile, ci sono i trofei della vittoria di Jena, gli ufficiali dello stato maggiore che hanno combattuto, sporchi di polvere e di sangue.

La guerra napoleonica, nella quale ci si fronteggia guardandosi negli occhi, scatena un’emotività rabbiosa, e questi uomini sono ancora preda di quest’eccitazione, che è quasi una droga. D’altra parte, per resistere a quelle prove bisogna sapersi abbandonare a queste emozioni per non rischiare di rimanere travolti dall’orrore della battaglia e dal dolore che essa genera. Nella locanda questi uomini si aggirano fra i segni della vittoria, le bandiere catturate al nemico, ammassate in tutti gli angoli.

In mezzo a tutta questa confusione eccitata, Napoleone trova anche il capitano Tobriant, dello stato maggiore di Davout. Napoleone ha vinto la battaglia di Jena, pensa di avere annientato l’esercito prussiano che stava inseguendo da qualche giorno, invece il capitano Tobriant gli comunica che il maresciallo Davout, a una giornata di marcia da Jena, ha intercettato il grosso dell’armata prussiana a Auerstädt, gli ha impedito di sfuggire alla tenaglia di Napoleone, e lo ha distrutto. L’esercito affrontato da Napoleone era forte di poco più di trentacinque-quarantamila uomini, contro i quali Napoleone aveva un vantaggio enorme. Invece Davout, con ventisettemila francesi, ha fronteggiato cinquantamila prussiani ed ha vinto.

Le perdite sopportate dal iii Corpo di Davout furono spaventose: 258 ufficiali e circa settemila uomini, quasi uno su tre dei soldati sotto il suo comando, erano stati feriti o uccisi nel combattimento. Napoleone riconoscerà sempre il suo debito nei confronti di Davout per la splendida vittoria, ed in questo il suo carattere si manifesta come molto schietto: non cerca di appropriarsi delle vittorie dei suoi sottoposti, del resto ne ha conquistate così tante in prima persona che non ha bisogno di aggiungersene qualcun’altra. Per questa volta il grande vincitore è stato il maresciallo Davout, al quale concederà proprio il titolo di duca di Auerstädt, come riconoscimento della splendida esecuzione sia strategica che tattica del compito che gli aveva assegnato in questa giornata, apparentemente secondario ed invece decisivo, come poté valutare solo nella locanda dove si trovava il comando francese, mentre scendeva la sera.

L’entrata in guerra dei prussiani contro i francesi dopo Austerlitz è probabilmente una delle decisioni più sciocche e arroganti che la politica abbia mai suggerito. Se prima di Austerlitz l’intervento della Prussia a fianco dell’Austria e della Russia poteva avere un significato e sviluppare una funzione realmente decisiva, dopo Austerlitz, con il trattato di Presburgo firmato, con l’Austria costretta alla pace e l’esercito russo in fuga completamente disorganizzato, la Prussia si trovava ad affrontare da sola il migliore esercito del mondo.

La Prussia aveva una grande tradizione militare, ma un esercito molto vecchio, in tutti i sensi:



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