Next stop Rogoredo by Micaela Palmieri

Next stop Rogoredo by Micaela Palmieri

autore:Micaela Palmieri [Palmieri, Micaela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini+Castoldi
pubblicato: 2020-06-09T22:00:00+00:00


6

La fame di libri

Leggere lo faceva stare bene. Prendeva in prestito da scuola romanzi di Kafka, raccolte di poesie di Foscolo, racconti di Borges. Ce n’erano sempre tanti nella sala biblioteca. I suoi compagni giocavano alla playstation, trafficavano con i telefonini.

Lui era l’unico a leggere. Solo così riusciva a scappare via dalla realtà.

E poi, pensava, persino suo padre qualcosa di buono glielo aveva trasmesso. Fin da piccolo aveva impressa l’immagine di lui, con un libro in mano, che la sera gli leggeva storie.

«Non voglio avere così tanto bisogno di affetto», si ripeteva quando sentiva quel buco allargarsi dentro.

La scuola per lui fu una tortura. L’anno prima era stato bocciato, non parlava mai, durante le interrogazioni si bloccava, soltanto tra i compagni si ergeva a leader, con i professori diventava un fantasma. Il giorno in cui erano usciti i quadri, suo padre l’aveva picchiato tanto da rompergli il setto nasale, gli era uscito talmente tanto sangue che sua madre aveva dovuto portarlo al pronto soccorso. Ogni volta che lo picchiava, lui si sentiva un disastro, incolpava se stesso, giustificava la furia e quando restava da solo, si faceva del male.

Aveva un innato senso di protezione verso gli altri che lo spingeva a difendere tutti, tranne se stesso. Non si sentiva protetto da nessuno. Nemmeno da sua madre, che ormai per settimane intere non si alzava più neanche dal letto e con la bocca impastata e lo sguardo vitreo lo invitava a fare il bravo e a prendersi cura di lei che se ne stava andando, perché non ne poteva più di quella vita sofferente.

Era stato allora che lui aveva conosciuto Enrichetta. Si chiamava così la signora che abitava al quinto piano. Ma tutti, nel palazzo, la chiamavano Cetta. Non l’avvicinava più nessuno da anni e lei se ne stava rintanata in casa. La prima volta che la vide, era sdraiata nel suo letto. Era salito al quinto piano per osservare quella vecchia che tutti ignoravano.

Si sentiva attratto dal suo isolamento.

Aveva trovato la porta accostata ed era entrato. C’era un letto in mezzo alla stanza d’ingresso e fogli sparsi dappertutto sul pavimento. L’aveva osservata attraverso la luce che filtrava dalle tapparelle e la illuminava appena. Era sdraiata sul lato destro, gli dava le spalle, tra centinaia di libri accatastati. Alcuni erano integri, altri distrutti. Lui amava i libri e vederla così, sola ed emarginata, gli aveva ricordato un po’ se stesso. Si era fatto strada tra le pagine lacere sparse tra le lenzuola di un rosa logoro per trovare posto e sedersi accanto a lei. Cetta non si era scostata neanche di un centimetro, anzi aveva cercato di spingerlo fuori dal materasso con un movimento scomposto dell’anca. Poi d’improvviso si era bloccata, aveva alzato la testa e, puntando l’indice verso il cielo, aveva detto:

«Verrà il giorno in cui…»

Non aveva terminato la frase ed era crollata sul cuscino, sfiorando la sponda e tenendo gli occhi spalancati verso il soffitto, senza guardarlo.

Era stato allora che lui, come spinto da una forza misteriosa, aveva cominciato



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