Non possiamo tacere by Giancarlo Bregantini

Non possiamo tacere by Giancarlo Bregantini

autore:Giancarlo Bregantini [Bregantini, Giancarlo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il rapporto con la dimensione del male è una questione che ha una forte valenza teologica.

Ho continuato negli anni a riandare con la mente a un episodio accaduto nei primissimi mesi in cui ero cappellano in carcere, e che mi segnò profondamente.

Chiese di parlare con me un detenuto condannato per aver ammazzato la moglie; mi raccontò dei particolari talmente raccapriccianti dell’omicidio, che quando alla fine del colloquio mi porse la mano mi sembrò di vedere su di essa il sangue di quella povera donna. A stento evitai, davanti a lui, di guardarmi la mano per vedere se anche la mia era rimasta insanguinata, ma tornando a casa le lavai entrambe, tenendole sotto l’acqua per un tempo lunghissimo, come se solo così potessi togliermi anche dall’anima l’impressione profonda che quell’incontro e quel racconto mi avevano lasciato.

Ero entrato nel buio in quel momento, così come credo accada a quanti – magistrati, poliziotti, medici – sono costretti a “manipolare” per motivi professionali la materia oscura che si agita nel cuore di tanti uomini del crimine.

Mi sono chiesto che senso avesse celebrare l’eucaristia per gente così; gente come un importante boss di mafia palermitano, detenuto a Crotone per traffico di droga.

Al mercoledì, ero solito organizzare dibattiti in carcere, nei quali mettevamo sul piatto vari argomenti; quella volta si parlava di stupefacenti e di come distruggessero la vita dei giovani. Il capoclan disse con strafottenza: «Io non costringo nessuno a comprare quella roba, stupidi loro se lo fanno e si rovinano la vita». Mi chiesi: “Ma come può, uno che si arricchisce sulla pelle di decine di giovani, trovarsi pure delle giustificazioni?”. Ero sconvolto dall’orrore e dalla rabbia: “Come faccio a pregare e a celebrare per gente così?” continuavo a chiedermi. Non riuscivo davvero a pensare che potesse esserci redenzione per alcuni di questi uomini, ed entrai in crisi. La mia presenza in carcere mi sembrava inutile, senza senso.

Alcuni libri con testimonianze di persone che avevano affrontato i miei stessi dubbi mi diedero una mano ad attraversare il tunnel nel quale ero entrato.

Poi un giorno, mentre leggevo la Bibbia, probabilmente la lettura del Vangelo di quel giorno, mi trovai di fronte all’esortazione di Gesù «siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Matteo 5, 48). Perché Dio è perfetto? Istintivamente a me verrebbe voglia di dire che è perfetto, perché ha creato la perfezione della bellezza: il fiore del campo, gli occhi dei bambini, i panorami, le nuvole, il mare... In realtà, Dio è perfetto perché fa piovere sui giusti e sugli ingiusti e manda il sole sui buoni e sui cattivi (cfr. Matteo 5, 45). La perfezione del divino è la sua misericordia. Dio manda il sole non come riconoscimento del merito degli uomini, ma in base al suo cuore infinitamente grande; ogni cosa è illuminata, e la luce che riceviamo non è per nostro merito, ma grazie al suo cuore.

Noi non siamo amati perché siamo buoni, affermava Lutero, ma poiché siamo amati possiamo essere buoni. In principio, sempre, c’è l’amore di Dio. È una nostra libera scelta, però, far prevalere la parte oscura di noi o quella luminosa.



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