Notturno (e-Meridiani Mondadori) (Italian Edition) by D'annunzio Gabriele

Notturno (e-Meridiani Mondadori) (Italian Edition) by D'annunzio Gabriele

autore:D'annunzio, Gabriele [d'Annunzio, Gabriele]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Mondadori
pubblicato: 2013-02-26T23:00:00+00:00


I «Ho gli occhi bendati. Sto supino» (cui è intercalata la copia dell’Apparizione, di mano diversa da quella della Sirenetta, e a cui fa seguito la copia dattiloscritta dei Giorni funebri, con numerose varianti autografe) + «Mentre scrivo nel buio»

II «Sono di nuovo immobile, con qualcosa»

III «Gli orizzonti si sono avanzati come»

IV «Essere un bel pino italico sopra un» + «Ora che il mio occhio sinistro»

V «Dico al dottore che m’interroga»

VI «La mia figlia ha due occhi bruni»

VII «Mi sembra che non ho più stanza»

VIII «La finestra è aperta, v’è qualcosa»

IX «Le quattro assi sembrano più strette»

X «Ho un desiderio così disperato» + «Giorgio mi suona» + «Nell’insonnio il preludio»

XI «Con non so che malessere»

XII «Sonnolenza d’aprile. Pioggia meridiana»

XIII «Mi sono svegliato all’urto»

XIV «Stasera Scriabine danza»

XV «Sono arrivate le rondini»

XVI «Per settimane e settimane»

XVII «All’improvviso il volto dell’amore»

XVIII «Sono disteso davanti alla finestra»

XIX «La Sirenetta ha una voce»

XX «La luna è quasi piena al sommo»

XXI «Mentre il mio corpo è lavato»

XXII «È il giovedì santo. Una giornata» (delle cinquantasette carte del fascicolo una, l’ultima, è di pugno dannunziano)

XXIII «È il sabato santo. D’improvviso».

A questo insieme testuale fa riferimento la lettera a Treves del 20 settembre 1916, ove d’Annunzio, che ha già inviato all’editore il fascicolo I con la Prima Offerta, annuncia la spedizione degli altri ventidue (cui sono acclusi tre frammenti non numerati: «Ora che il mio occhio sinistro», «Giorgio mi suona» e «Nell’insonnia il preludio»), sia pure con la piena coscienza di un ordito ancora provvisorio: «Bisogna omai pensare al Notturno. Io ho qui altri 25 frammenti trascritti da Renata; ma vi sono molte liste da deciferare ancora. Il mio lavoro sarebbe reso più facile se mi fosse possibile avere sotto gli occhi la stampa di quello che fu consegnato e di quel che posso mandar subito. Ma la composizione dovrebbe esser fatta con caratteri da poter lasciar là, senza fretta; che io debbo intromettere altri brani (non anche trascritti) fra quelli che sono per mandarti». In realtà, come sopra si avvertiva, il manoscritto di Renata testimonia soprattutto una fase di transizione, con il valore dinamico di uno spartito ancora lacunoso da cui trae slancio la ricerca di nuovi sviluppi e di nuovi rapporti. E di fatto già le bozze che giungono alla Casetta rossa il 13 febbraio 1917 attestano questa ricerca: in primo luogo, con una esplorazione fra gli affioramenti o le epifanie della memoria, che poi per d’Annunzio, si sa, vale sempre anche una ricognizione e un recupero delle note affidate ai Taccuini. In particolare, a quest’altezza risultano già messe a frutto, per il ricordo delle manifestazioni romane del Maggio radioso, due pagine di appunti rimaste fuori dalle edizioni mondadoriane dei Taccuini in quanto donate da d’Annunzio all’amico francese Arthur Meyer, in accompagnamento a una copia del Notturno (cfr. C. Riccardi, Gabriele d’Annunzio: taccuini, diari, lettere. Nuovi documenti sulla genesi del «Notturno», in «Strumenti critici», 55, settembre 1987, pp. 371-7). Ma rimandiamo comunque alle note di commento per l’illustrazione puntuale del riuso dei Taccuini o materiali analoghi,



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