Numbers (Versione italiana) by Rachel Ward

Numbers (Versione italiana) by Rachel Ward

autore:Rachel Ward [Rachel Ward]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788858502150
Google: KPYY_HqE7x4C
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2010-11-30T14:50:32+00:00


19

Mi svegliai lentamente, sospesa in un sogno, senza distinguere ciò che era reale da ciò che non lo era. Si udivano i muggiti ovattati e sommessi delle mucche.L’aria sapeva di terra e sterco, un misto di odore animale e vegetale. Ero raggomitolata su un fianco, come al solito, ma sentivo uno strano tepore sulla schiena. Qualcosa di pesante premeva contro il mio corpo, lo imprigionava. Aprii gli occhi e vidi un muro di paglia. Abbassai lo sguardo: il braccio di Spider mi fasciava la vita. Anche lui era disteso sul fianco, avvinghiato a me.

Stava spuntando il sole, le mucche avevano ricominciato a muoversi. Forse era stato il rumore di paglia smossa a svegliarmi. Presi il braccio di Spider e lo strinsi di più alla mia vita; quel piccolo movimento lo riscosse. Strofinò il viso contro la mia nuca e ci stampò sopra un bacio.

– Meglio alzarsi – bisbigliai. – È l’alba.

Spider gemette. – Ok – disse. – Solo cinque minuti.

Restammo sdraiati ancora un po’. Ormai ero ben sveglia e ritornai con il pensiero alla notte precedente. Era successo davvero? Ero ancora la stessa Jem?

Il braccio di Spider si fece più pesante e il suo respiro più profondo e regolare. Si era riaddormentato.

Cominciai a preoccuparmi che potessero trovarci lì. Prima o poi sarebbe venuto qualcuno a badare alle mucche, non le abbandonavano certo a se stesse per giorni, no? Mi girai e strofinai le mani sul petto di Spider per svegliarlo.

– Su, dobbiamo andare.

Aprì pigramente un occhio. – Che fretta c’è?

– Dobbiamo sparire da qui. Si sta facendo giorno –. Sgusciai via dal suo abbraccio e mi alzai a sedere. Non avevamo dormito nel rifugio di paglia, ma distesi sopra le balle di fieno. C’erano vestiti sparsi ovunque, calzini buttati in mezzo al fango. Eh sì, era successo davvero.

Raccolsi i miei vestiti e li ripulii alla bell’e meglio, dopodiché tolsi quelli che avevo addosso per rivestirmi come si deve. Mi sentivo imbarazzata alla fredda luce del giorno, perciò mi infilai velocemente la maglietta prima di armeggiare con il reggiseno.

– Perché fai così? – chiese una voce assonnata. – Ormai ho già visto tutto. Non serve che ti nascondi.

– Lo so – risposi. – È che ho freddo. Dai, alzati. Tieni... –. Mi sfilai il suo calzino, che mi ero messa per dormire, e glielo tirai.

– Va bene, va bene...

Una volta rivestiti, non restava che partire. Niente colazione, nemmeno un goccio d’acqua. Le mucche si erano schierate lungo il recinto e ci osservavano con curiosità, sbuffando nuvolette di condensa dalle narici nell’aria gelida del mattino. Ficcammo le coperte in un paio di sacchetti e ci mettemmo in marcia. C’era poco da discutere sul da farsi: occorreva tornare nel mondo civilizzato. Riprendemmo quindi il sentiero che sembrava condurre alla strada principale. Spider si incaricò di portare i sacchetti: li teneva con la mano destra, mentre nella sinistra stringeva la mia. Camminammo uno accanto all’altra, in silenzio. Quando il sentiero si restrinse, Spider passò davanti senza lasciare la mia mano e proseguimmo allacciati in quel modo.



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