Odio by Kurt Şeyda

Odio by Kurt Şeyda

autore:Kurt Şeyda [Şeyda, Kurt]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Minimumfax


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Le fotografie solitamente mostrano Luisa Toledo Sepúlveda con i capelli pettinati e legati all’indietro. Se sciolti, le ciocche bianche e grigie le ricadrebbero sulle spalle. Intorno al collo, stretto da un colletto nero, porta un fazzoletto rosso. Luisa Toledo Sepúlveda ha lo sguardo rivolto verso il cielo. Occhi e bocca sono incorniciati da rughe profonde, una delle quali si estende verticalmente tra le sopracciglia. Una ruga d’espressione. Que sta foto viene spesso riprodotta sotto forma di murale. In un’altra immagine, scattata nello stesso istante ma da una prospettiva diversa, da sotto il colletto le spunta il bordo di un rettangolo di carta bianco.

A una seconda occhiata, lo sguardo cade sui nastri neri che le fissano il rettangolo al petto. Al terzo, si intravede un’ondulazione nera e sinuosa sui bordi della carta. È una ciocca di capelli. Capelli neri. Appartengono a uno dei figli di Luisa Toledo Sepúlveda.

Esiste un’altra versione di questa stessa istantanea, l’inquadratura è più larga, dietro Luisa Toledo Sepúlveda si vedono lettere nere su sfondo bianco, lo striscione di una manifestazione. Leggo: venes-co-ver-oy. La mia amica Ana, alla quale chiedo quali siano le lettere mancanti, mi dice: jóvenes combatientes, de ayer hoy y siempre.

Gioventù combattente, per ieri, per oggi e per sempre.

Luisa Toledo ha perso tre figli per mano della dittatura militare fascista in Cile. Il 29 marzo 1985, la polizia ha ucciso i suoi figli Eduardo e Rafael, di venti e diciotto anni, attivisti del Movimento della Sinistra Rivoluzionaria. Tre anni e mezzo dopo, il 5 novembre 1988, il figlio Pablo e l’attivista Araceli Romo sono rimasti uccisi da un’autobomba nei pressi di Temuco, capoluogo della regione meridionale dell’Araucanía.

Il 29 marzo, anniversario dell’omicidio di Eduardo e Rafael, è oggi celebrato come il Giorno del Giovane Combattente, Día del Joven Combatiente. In Cile, decine di migliaia di persone scendono per strada, ricordando le vittime delle uccisioni e delle torture durante la dittatura; genitori, fratelli e figli i cui corpi sono ancora dispersi. Manifestano per la liberazione dell* prigionier* politic*, contro il genocidio delle popolazioni indigene che da de cenni resistono allo stato cileno e alle sue politiche coloniali. In questo giorno la gioventù ribelle protesta perché non è stata fatta giustizia per i crimini della dittatura, che si è conclusa formalmente nel 1988; protesta contro l’impunità per i collaborazionisti del regime, contro la violenza della polizia e del potere militare; contro le politiche neoliberiste e coloniali di sfruttamento e incessante distruzione dell’ambiente che priva le popolazioni indigene delle loro fonti di sostentamento e tutte le persone nel paese dell’acqua potabile, venduta alle grandi multinazionali.

Luisa Toledo Sepúlveda, l’instancabile. Oggi è conosciuta come la madre della gioventù ribelle. Comunista e attivista, insieme al marito Manuel Vergara ha lottato per tutta la vita. Si è opposta incessantemente a coloro che detenevano il potere. Condannando la loro cosiddetta democrazia, la loro prosperità, la loro giustizia. Li ha minacciati di ritorsione, sul palco, negli scritti, nelle interviste. «Perché ci chiedono di rimanere pacifici fino alla morte? Perché a noi? Perché non possiamo usare la violenza contro di loro?», domandava.



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