Oltre l'inconscio dinamico by Franco De Masi

Oltre l'inconscio dinamico by Franco De Masi

autore:Franco De Masi [Masi, Franco De]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2023-07-16T22:00:00+00:00


Il Super-io narcisistico distruttivo

Penso che nella letteratura analitica non si sia sottolineato a sufficienza che, secondo Freud, la melanconia derivi in gran parte da un’esperienza traumatica nella relazione affettiva originaria.

In un famoso passaggio di Lutto e melanconia (1915, p.108) Freud afferma: «[…] a causa di un’offesa reale o di una delusione proveniente dalla persona amata, la relazione oggettuale è stata rotta […] Così l’ombra dell’oggetto è caduta sull’Io, il quale da allora in poi ha potuto essere giudicato da una forza speciale come se fosse un oggetto […]».

Risulta chiaro che Freud, parlando dell’ombra dell’oggetto caduta sull’Io, si riferisce al rapporto di odio reciproco conseguente all’abbandono da parte dell’oggetto primario; il rancore e la sofferenza mentale che ne derivano porteranno poi alla malattia depressiva.

Nella visione kleiniana, invece, non è così evidente l’azione del trauma nella costituzione del Super-io melanconico.

Melanie Klein, infatti, lega la spietatezza del Super-io melanconico alla quota di aggressività presente nell’Io primitivo. Il senso di colpa del paziente depresso deriverebbe dall’eccesso di odio che può distruggere l’oggetto d’amore: «La pena, il senso di colpa e lo sconforto, che sono alla base dell’afflizione angosciosa, sono causati dal fatto che l’Io sa inconsciamente che, accanto all’amore, c’è anche l’odio e che questo può prendere il sopravvento in qualsiasi momento» (Klein 1935, p. 306).

«Il pericolo maggiore per una elaborazione normale del lutto proviene dall’odio nei confronti della persona amata, che è stata perduta» (Klein 1940, p. 337).

L’importanza dell’esperienza traumatica originaria, però, ricompare nelle teorizzazioni postkleiniane che hanno approfondito il significato delle relazioni traumatiche precoci tra madre e bambino.

Per Bion (1959) il rifiuto sistematico da parte della madre dell’identificazione proiettiva comunicativa del bambino genera un Super-Io intrinsecamente ostile alla curiosità e alla vitalità infantile. Quest’oggetto diventa il «Sé cattivo» internalizzato, che distrugge il significato dell’esistenza e ostacola la possibilità di apprendere dall’esperienza.

Questo SUPER-IO (Bion usa le lettere maiuscole) opera in modo confondente ricorrendo a presunte «qualità morali».

Rosenfeld (1971) descrive il narcisismo distruttivo come una struttura che, grazie alla forza di una propaganda che si spaccia come «morale», domina la parte sana della personalità.

Secondo questa linea di pensiero, esisterebbe un Super-io con uno scopo diverso da quello del Super-io primitivo, che è interessato a stabilire una colpa legata all’aggressività. Nella sua trasformazione perversa, invece, il Super-io intende sedurre o intimidire l’individuo per sottometterlo e distorcere la sua crescita mentale. Non si tratterebbe tanto di spietatezza primitiva («occhio per occhio, dente per dente») quanto di perversione e di propaganda intimidatoria da parte di un’istanza che si presenta come «morale».

In altre parole, mentre il Super-io primitivo è caratterizzato dall’aggressività, quello antivitale o perverso è caratterizzato dalla distruttività. Il primo attacca e punisce le pulsioni aggressive del bambino, mentre secondo attacca gli aspetti buoni e costruttivi dell’individuo. Questo tipo di Super-io acquisisce il carattere di una struttura patologica simile al narcisismo distruttivo descritto da Rosenfeld (1971).

Torniamo ora ad Adriana e al suo Super-io, che l’aveva dominata fino a spingerla al suicidio. Il suo Super-Io era strutturato come un’organizzazione narcisistica di tipo nazista che le avrebbe permesso di



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