Opere religiose by Niccolò Cusano

autore:Niccolò Cusano [Cusano, Niccolò]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Utet
pubblicato: 2012-12-31T23:00:00+00:00

1. II Cusano si inserisce nella serie dei filosofi e giuristi che posero il bene comune come fine dello stato. Per un excursus storico da Platone a Marsilio da Padova cfr. HEINZ-MOHR, op. cit., pp. 201-206.

2. Questo concetto di pace, attraverso la tradizione agostiniana, si è diffuso in tutto il ME. Cfr. BERNHEIM, Mittelalterliche Zeitanschauungen, pp. 4-5; 29 segg., 34segg.; HEINZ-MOHR, p. 204.

3. Così si legge in ISIDORO, Etym., VII, 12, n. 14 (PL 82, 291 C).

4. Qui Cusano segue l’elaborazione della scuola giuridica bolognese nel distinguere tra stati che riconoscono de iure et de facto l’impero (sudditi immediati: Germania e Italia), stati che lo riconoscono solo de iure, ma de facto sono indipendenti (Francia, Spagna e Inghilterra) e stati che non lo riconoscono in nessun senso (superiorem non recognoscentes). Per la formula «civitas superiorem non recognoscens est sibi princeps» cfr. F. ERCOLE, Da Bartolo all’Altusio, Firenze, 1932, pp. 157-218.

5. Cfr. C. 23, q. 5, c. 20 Principes, c. 23 Regum, c. 25 Dicat.

6. Cfr. X 1 6 De electione, c. 34 Venerabilem: «Se i prìncipi non vorranno o non potranno intervenire, la sede apostolica sarà priva di avvocato e difensore». Cfr. anche Frane. Zoannetti: «Cesare è il soldato c il difensore della Chiesa cattolica»; Pietro da Monte: «L’imperatore è l’avvocato della Chiesa». In alcune lettere inviate dalle università europee a Sigismondo per invitarlo a togliere lo scisma l’imperatore è detto verus (Ecchsiae) patronus. Di tale compito di difensore della Chiesa Sigismondo è ben cosciente nella lettera al re d’Aragona (MANSI 28, 3 seg.). Cfr. H. E. FEINE. Kirchliche Rechtsgeschichte, vol. I, Die katholische Kirche, Weimar, 1955, pp. 252, 384. Cfr. anche cap. 3, n. 28.

7. Cfr. il 4° conc. di Calced. actio 6 (MANSI 7, 171).

8. Cfr. l’8° conc. di Costant. actio 1 (MANSI 16, 18).

9. Si riferisce all’imperatore Filippo l’Arabo (243-249) che fu in rapporto epistolare con Origene ed era favorevole ai cristiani, tanto che correva voce che lui stesso fosse segretamente cristiano (cfr. EUSEBIO, Hist. eccl., IV, 34). Per questo Orosio (Hist. adv. paganos, VII, 20; 28) e s. Gerolamo (De viris ill., 54) lo chiamarono primo imperatore cristiano. Tale qualifica fu aspramente criticata da K. J. NEUMANN.

10. Cfr. actio 5 (MANSI 7, 107-8); per l’allocuzione di Marciano actio 6 (id. 7, 130). I pubblicisti tardo-medievali e rinascimentali avevano già ampliato il concetto di popolo romano inteso non più come populus civitatis Romae, ma come l’insieme di tutti i popoli viventi a diritto romano, parlanti la lingua latina e soggetti alla Chiesa (Lupoldo di Bebenburg, Bartolo, F. Zoannetti), finché con Occam si identificò con la totalità degli uomini civili. Cfr. testi in ERCOLE, Dal comune al principato, p. 233, n. 2.

11. Era un principio accolto dalla maggioranza dei giuristi e dei pubblicisti dell’epoca che il papa ha il diritto di negare la conferma, l’approvazione e l’incoronazione dell’imperatore eretico perché imperator oportet sit catholìcus (Ulcurrini). Cfr. autori e testi in ERCOLE, p. 180, n. 2, 3. Anche la decretale Venerabilem si limita a questo rifiuto dell’incoronazione, che sappiamo non essere costitutiva del potere.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.