Paradise Garden by Elena Fischer

Paradise Garden by Elena Fischer

autore:Elena Fischer [Fischer,Elena]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Gramma Feltrinelli
pubblicato: 2024-09-10T00:00:00+00:00


23.

Mi sono accorta subito che in casa c’era qualcuno. Avevo fatto la spesa ed ero appena rientrata. Avevo comprato solo lo stretto necessario. Ero sicura che i soldi di Luna mi sarebbero serviti per cose più importanti del cibo. Per procurarmi da mangiare c’erano altri modi.

È stato allora che ho visto anche le scarpette marroni di mia nonna. Erano sistemate per bene lì nel corridoio.

Per un attimo mi si è fermato il cuore e le gambe hanno iniziato a tremarmi. Non ci potevo fare niente.

“Eccoti!” ha detto la nonna. Teneva in mano uno strofinaccio e un mestolo. Mi è venuta incontro allargando le braccia.

Mi sono impietrita.

“Ho preparato la minestra,” ha detto la nonna abbassando le braccia. “La minestra fa bene quando si è tristi.”

Volevo rispondere, ma appena trovate le parole le ho perse di nuovo.

“Cosa ti è successo ai capelli?” mi ha chiesto la nonna. “Perché ti sei messa questa cosa orribile?” E con il mestolo ha indicato la parrucca.

Me la sono tolta.

A quel punto mia nonna si è finalmente zittita. Ma non per molto. “Cos’è questa roba?” mi ha chiesto mentre in cucina tiravo fuori la spesa dalla busta.

“Minestra,” ho risposto.

La nonna ha scosso la confezione. “Ma qua dentro c’è solo polvere.”

“Ci puoi fare la minestra,” ho detto io.

“Ma che schifo,” ha detto lei.

“Non sei obbligata a mangiarla.” Ho versato un po’ d’acqua nel bollitore e aperto la confezione.

“Lascia stare,” ha detto la nonna. “Mangia la mia minestra.” Ha sollevato il coperchio della pentola. Lì dentro, in mezzo a sedano e carote, galleggiava un pollo intero. La nonna ha preso il ramaiolo e ha riempito un piatto.

“Siediti,” mi ha ordinato.

“No!”

“Ti ho detto di sederti!”

“No!”

“Fa’ come ti dico!” La nonna ha sbattuto il pugno sul tavolo.

“Non sei mia madre!” ho urlato io.

“Adesso sono io responsabile di te, Erzsébet. È compito mio…”

“Non mi interessa! È colpa tua se la mamma è morta!”

La nonna si è accasciata sulla sedia. Si è sfilata il fazzoletto dalla testa e se l’è messo sul viso. “È stato un incidente,” ha detto.

“È questo che hai raccontato alla polizia?”

Mia nonna ha annuito.

“E che altro?”

“Niente.” Si è tolta il fazzoletto dal viso. “Sono stata in ospedale fino a stamattina. Poi mi hanno dimessa.”

Non potevo credere che la nonna non fosse in prigione.

La nonna ha spinto il piatto verso di me. “Devi mangiare qualcosa.”

“Non ho fame.” Mi sono alzata. “Le vedi tutte queste cose?” le ho chiesto. “Questo è il nostro tavolo. Quando l’abbiamo trovato, il piano di legno era sporco e una delle gambe ballava. Ci ha pensato la mamma a sistemarlo e ora è un buon tavolo. Ma tu non ti ci sei mai seduta. La vedi la foto sul frigorifero? Eravamo allo zoo. Per non pagare il biglietto intero, abbiamo fatto finta che io fossi più piccola. È stata una bellissima gita. Ma tu non c’eri.”

Mia nonna è rimasta in silenzio.

Sul tavolo davanti a lei c’era il rosario.

Mi sono chiesta in che momento esattamente Dio ci avesse abbandonato.

La nonna sedeva al posto di mia madre. Si sdraiava sul nostro divano e guardava la nostra luna.



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