Poco mossi gli altri mari by Della Santunione Alessandro

Poco mossi gli altri mari by Della Santunione Alessandro

autore:Della Santunione, Alessandro [Della Santunione, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marcos y Marcos
pubblicato: 2023-01-16T23:00:00+00:00


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IL DOLORE DI DIO

Era che il dolore di Dio a un certo punto doveva essere come esploso, sì, doveva essere andata più o meno così. Un dolore lungamente accumulato, si immaginava, in tempi della cui intensità a noi resta negata la percezione, come se un secondo o una sua frazione potessero inghiottire secoli e secoli e contemporaneamente realizzarne l’incongruenza, deflagrando. Un dolore dovuto probabilmente a una solitudine che risultava intelligibile a mio zio, ma anche a me. Una dimensione cosmica e senza limite della solitudine, l’impossibilità di raccontarsi, un infinito ripiegarsi su sé stessi. E così all’improvviso Dio, a sentire Mario, si era ritrovato davanti, o meglio a essere, una massa informe di dolore che in un qualche modo andava gestito. E questa cosa che mio zio chiama anche creazione allora non pare originare da un atto d’amore, da una parola d’amore o da un moto incondizionato della Divinità, di questo Dio qua, quello unico. Lui crede di no ma entrambi riconosciamo al creato una certa magnificenza, non solo alla terra: l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande hanno infatti una spettacolarità commovente che spesso lascia senza parole, svelandoci cose che non avremmo modo di capire altrimenti. Mario dice che c’è uno spietato meccanismo di bellezza che regola tutto quanto, che sta alla base di tutte le relazioni e le azioni tra le varie forme che la materia e l’energia assumono in questa e altre parti dell’universo, che non può essere spiegato altrimenti. Mario questo sistema lo chiama il sistema di autogestione del dolore di Dio, infinite sfaccettature della sua sofferenza. Il dolore del seme che si spacca e diventa erba, il dolore dell’erba brucata da quegli animali che brucano l’erba e a loro volta sono divorati, con dolore, da quegli animali che divorano la carne. Il dolore degli oceani che si sentono evaporare sotto il bruciante calore del sole che continuamente si lacera ed esplode. Il dolore della pioggia che ricade sulla terra che ancora si spacca e trema, si divide. Il dolore delle montagne sottoposte a pressioni e spinte inimmaginabili, masse informi di sedimenti e cristalli. Lasciamo perdere Dio per un attimo e immaginiamo che tutto questo visibile soffrire sia fatto di carbonio, la qual cosa ci permetterebbe anche di fissare dei punti nel tempo, datare facilmente tutta questa storia e darle inoltre una qualche credibilità, la parvenza di una teoria scientifica. Immaginiamo dunque un enorme cristallo di carbonio, durissimo, che si presenti in natura come una massa informe e diafana, il suo volto è diafano. Dio a un certo punto, dopo questa sua esplosione, deve in qualche modo aver iniziato a raccontare il suo dolore gestendolo così, raccontandolo per parti sempre più piccole. Per necessità ha cominciato a dividerlo in pezzi sempre più piccoli fino a una misura comprensibile, che fosse possibile raccontare. Lentamente, come il dolore di galassie lontane che ancora si allontanano, ma anche improvvisamente, tutte queste sfaccettature si sono accese di mille rifrazioni e quella che era una massa informe e diafana ha acquistato il fulgore e la bellezza di un diamante.



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