Prima lezione di semiotica by Gianfranco Marrone

Prima lezione di semiotica by Gianfranco Marrone

autore:Gianfranco Marrone [Marrone, Gianfranco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Universale Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2018-03-19T23:00:00+00:00


IV.

Storie

1. Fiabe, metafore, verità

Tutte le fiabe sono vere, amava ripetere un illustre scrittore come Italo Calvino. E anche tutte le metafore, aggiunse un giorno il celebre matematico René Thom, sono vere. Affermazioni strampalate? Così risponderebbero i più, e così per alcuni versi effettivamente sembra: la fiaba è il regno della fantasia, oggi si direbbe della fiction, storie semplici per gente semplice, soprattutto per bambini; così come le metafore sono artifici retorici per dire le cose in un altro modo, magari più bello o divertente, non certo per rendere conto di come esse effettivamente sono. Ma proviamo a prenderle sul serio, queste due provocazioni che, palesemente, ribaltano il comune buon senso: non soltanto perché ci provengono da due grandi autori (peraltro appartenenti a domini intellettuali ritenuti opposti come la letteratura e la scienza), ma soprattutto perché, accettando la sfida, gran parte delle nostre convinzioni più profonde e forti, più antiche e radicate, potrebbero essere messe in crisi.

Ce n’è di che per rimettere tutto in discussione: la fiaba, la metafora, e soprattutto la verità. Che relazioni hanno fra loro? e poi, siamo certi che le abbiano? La nostra cultura occidentale le ha da sempre tenute rigidamente separate, dalle tradizionali distinzioni aristoteliche tra metafisica, poetica e retorica (o, se si preferisce, obiettività, imitazione della realtà e verosimiglianza persuasiva) giù giù sino ai giorni nostri, dove, come si sa, fra i temi più dibattuti dentro e fuori i media ci sono, da una parte, la questione delle fake news e della cosiddetta post-verità e, dall’altra, il gran successo dello storytelling, pratica antichissima che il discorso politico e le strategie di brand hanno riportato in auge per i propri specifici scopi comunicativi. Da una parte l’esigenza di esattezza, il rigore dato dall’attenta verifica dei fatti, l’etica della sincerità, la glorificazione del realismo. Dall’altra il continuo ricorso alle narrazioni, alle storie di vita, ai racconti più o meno realistici, più o meno romanzati che attraversano a un tempo le nostre vite quotidiane e i mezzi di coloro i quali vorrebbero forgiarle a loro uso e consumo.

Proviamo allora a vedere le cose da un altro punto di vista, a indagare se per caso non possa esistere una terza via che, attenuando le posizioni più estreme, dia alle fiabe, o se si preferisce alla narrazione, un po’ più di spessore di senso, togliendo parallelamente alla verità un po’ di fiducia in se stessa e – soprattutto – in chi, spesso enfaticamente, la pronuncia.



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