Furore by John Steinbeck

Furore by John Steinbeck

autore:John Steinbeck
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Bompiani
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo 19

Un tempo la California apparteneva al Messico e la sua terra ai messicani; ma un’orda di americani laceri e famelici la invase. Ed era tale la loro fame di terra, che s’impadronirono della terra: rubarono quella di Sutter, rubarono quella di Guerrero, arraffarono le concessioni e le smembrarono, e se le contesero con le unghie e con i denti, quegli uomini scatenati e avidi; e la terra che avevano rubato la sorvegliavano con i fucili in mano. Costruirono case e fienili, ararono i campi e li seminarono. E l’uso era possesso, e il possesso era proprietà.

I messicani erano deboli e sazi. Erano incapaci di reagire, perché non volevano niente al mondo con la stessa ferocia con cui gli americani volevano la terra.

Poi, con l’andar del tempo, gli occupanti smisero d’essere occupanti e furono proprietari; e i loro figli crebbero ed ebbero figli su quella terra. E la fame li aveva lasciati, la fame ferina, la fame straziante e assillante di terra e acqua, di campi e cielo vasto sopra ogni cosa, di germogli floridi e radici gonfie. Tutto ciò era così pienamente loro, che non ci facevano più caso. Non erano più attanagliati dalla brama di un bell’acro di terra fertile e di una lama scintillante con cui ararlo, di semenza da piantare e di un mulino a vento che ruotasse le sue pale nell’aria. Avevano smesso di svegliarsi con le tenebre, ascoltando i primi cinguettii degli uccellini assonnati, e la brezza del nuovo giorno intorno alla casa mentre aspettavano le prime luci per raggiungere gli amati campi. Tutto questo non c’era più, e adesso i raccolti si traducevano in dollari, e la terra era capitale da interessi, e i raccolti venivano comprati e venduti ancor prima d’essere seminati. Perciò per loro un cattivo raccolto, una siccità o un’inondazione non erano più piccole morti durante la vita, ma semplici perdite di denaro. E tutto il loro amore s’inaridì in denaro, e tutta la loro tenacia si dissanguò in interessi, finché smisero del tutto di essere agricoltori e diventarono piccoli commercianti di raccolti, piccoli industriali con l’ansia di vendere prima di produrre. Poi quegli agricoltori che non erano bravi commercianti persero la propria terra a vantaggio di bravi commercianti. Non c’era né amore per la terra né sapienza nel coltivarla che potesse far sopravvivere un agricoltore se non era anche un bravo commerciante. E con l’andar del tempo le fattorie finirono in mano agli uomini d’affari, e le fattorie aumentarono di dimensioni ma diminuirono di numero.

L’agricoltura diventò un’industria, e i proprietari emularono l’antica Roma, pur senza saperlo. Importarono schiavi, anche se non li chiamavano schiavi: cinesi, giapponesi, messicani, filippini. Vivono di riso e fagioli, dicevano gli uomini d’affari. Gli basta poco. Non saprebbero che farsene di paghe alte. Dico, non lo vedi come vivono? Dico, non lo vedi come mangiano? E se alzano la cresta… uno piglia e li deporta.

E le fattorie continuavano a ingrandirsi e i proprietari a diminuire. E ormai gli agricoltori nei campi erano disperatamente pochi. E



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.