Processo a Francesco by Enzo Fortunato

Processo a Francesco by Enzo Fortunato

autore:Enzo Fortunato [Fortunato, Enzo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-02-08T12:00:00+00:00


L’istituzionalizzazione della regola francescana, che è stata una via necessaria per governare un movimento cresciuto a dismisura, ci pone dinanzi alla domanda fondamentale. Una domanda che fu già alla base della costruzione della Chiesa delle origini rispetto alla predicazione di Gesù: come si può tradurre in leggi l’insieme indissolubile di parole e gesti proprio di una figura carismatica? Si può normare quindi l’intuizione di vita francescana? Lo stesso tentativo di pensare la «forma di vita» al di là del diritto e del potere che da esso promana è stato alla base di riletture contemporanee della regola del Santo di Assisi.23

Ma c’è un’altra domanda che ancora ci preme: può quell’intuizione sopravvivere alla sua istituzionalizzazione? La tesi sostenuta da Théophile Desbonnets è che essa non solo si sia smarrita, ma abbia potuto mantenersi viva soltanto attraverso il suo momento istituzionale.24 E forse proprio la storia ecclesiastica, che oggi confluisce nella figura di papa Francesco, può esserne la dimostrazione.

Eppure si può leggere la storia della Chiesa, in tanti passaggi, proprio come la rimozione del Santo di Assisi, o come un tentativo di arginarne interpretazioni troppo libere o radicali. Secondo papa Benedetto XVI, a tale deformazione della figura del Santo contribuiscono in parte anche gli Ordini religiosi da lui nati. Questo, almeno, è ciò che si ricava dal motu proprio con cui il 7 luglio 2007 egli ha ricondotto i due conventi francescani di Assisi al coordinamento pastorale del vescovo e al cardinale legato, salvaguardandone l’autonomia interna.

Ricordo come ad Assisi l’intera comunità si sentì giudicata. La goccia che fece traboccare il vaso fu il presepe-installazione di Kurt Laurenz Metzler, Nevrotici metropolitani - Natività. Il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, che stimo molto per la sua discrezione e amabilità, scrisse a papa Benedetto XVI, che rispose con un bigliettino autografo: «Ti chiedo di intervenire e provvedere». Era un’opera che provocatoriamente mostrava la gente affaccendata e distratta dalla quotidianità, incapace di accorgersi del mistero della nascita di Gesù.

Ci dissero di essere un’enclave protetta da papa Giovanni Paolo II. Il custode, padre Vincenzo Coli, senza scomporsi ribadì la necessità di quel presepe in un mondo distratto, e quel Bambino Gesù che nessuno vede mentre tutti sono impegnati in altro. Per me fu la più grande delle catechesi. Ne sono ancora convinto: quella fu una grande idea di padre Coli. La curia si sentì «spettinata» e guardò a quel presepe come un affronto. Ma il custode, con serenità, umiltà e santità, disse ai frati, al mondo e ai mass media che diedero spazio al motu proprio: «Un papa bolla e un altro sbolla».

E così, negli anni, con l’ex custode e ora cardinale Mauro Gambetti continuammo a reinterpretare il mistero della nascita con altri presepi, come quello ambientato in un barcone, che fu benedetto proprio da papa Francesco. Da allora molti presepi prendono spunto dall’attualità per rendere vivo il messaggio del Vangelo.

Certo, anche Benedetto XVI ha avuto il «suo» Francesco, al di là delle interpretazioni sincretiste e relativiste: un convertito che ha compiuto per Gesù crocifisso una «scelta radicale», e da lì «man mano ha capito cosa voleva dire “riparare la casa del Signore”».



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