Quarantena napoletana by Eduardo Cicelyn

Quarantena napoletana by Eduardo Cicelyn

autore:Eduardo Cicelyn [Cicelyn, Eduardo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza


«Sai, sono uno che può fare parecchi danni. Però cerco sempre di far sí che chi mi frequenta sappia da prima che sono un po’ stronzo».

Lei mi risponde con un sorriso:

«Prima o dopo, alla fine sempre stronzo saresti».

Dopo la sbornia estiva, la risalita dei contagi. Notizie contrastanti, forse nuove restrizioni. È venuto il giorno in cui dovrei presentarmi davanti alla commissione disciplinare dei giornalisti, soggetti professionali coi quali dubito da molto tempo di avere colleganza. Il racconto dei giretti clandestini sembra avermi ricollocato nel cono di luce degli organismi di categoria: la commissione disciplinare che mi convoca, l’Ordine che reclama improvvisamente tasse non pagate da un decennio, la Casagit (una cassa integrativa per le spese mediche) che mi intima di versare contributi arretrati risalenti a cinque anni prima. Alla vigilia dell’interrogatorio al quale non ho intenzione di sottopormi mi sento costretto a fare un piccolo e tardivo esercizio di autocritica per comprendere dove ho avuto ragione e dove torto scrivendo quel che avevo scritto, perché tutta questa attenzione su di me e se per caso conservi ancora un barlume di pubblico interesse il vecchio sfogo contro la vita in lockdown. Di primo acchito penso che resti attuale, molto attuale, il senso politico della protesta contro autorità in stato confusionale, incapaci di gestire l’emergenza ma solerti nel dichiararne lo stato. Al netto di quanto le diverse inchieste della magistratura prima o poi dimostreranno, come negare l’evidenza di un ceto politico locale, nazionale e internazionale contemporaneamente incerto e arrogante, che ha prodotto decisioni dure e nello stesso tempo ambigue? I cinema e i teatri li hanno chiusi in un niente, senza dire delle scuole, mentre le discoteche sono state aperte al primo sentore d’estate. Ma sarebbe un errore madornale, solo una perdita di tempo, analizzare le tante incongruenze vissute sulla nostra pelle. Molto piú interessante mi sembra ribadire l’idea che nel mondo occidentale questa pandemia ha prodotto la prima prova generale di una specie nuova di democrazia. Una democrazia autoritaria che pretende di decidere su tutto, punto per punto, determinando tempi e spazi degli individui in ogni dettaglio. La confusione, l’ambiguità, insomma le contraddizioni spesso ridicole e patetiche scaturite negli ultimi mesi di decreti illeggibili e di ordinanze feroci e inconcludenti andrebbero interpretate come il risultato paradossale di un potere che rincorre la vita, si rende conto di non potercela fare e allora si mette in testa di fermarla. S’intravede nelle azioni esercitate dai governanti sotto attacco virale l’ombra dell’impotenza congenita in ogni forma di autoritarismo, che è ansia da prestazione, paranoia, infine tragicommedia. Dunque, si potrebbe non essere né follower né hater e criticare con qualche argomento serio i politici che ritengono di agire i peggiori sentimenti dei cittadini per conquistare like e voti. Non smetto di pensare che questo dovrebbe essere il ruolo dei media e dei giornalisti che li occupano e li manovrano, affinché quelli che spesso scrivono e parlano con piglio professionale non finiscano con l’essere percepiti come un’altra casta in cerca di visibilità e potere pubblico. Purtroppo,



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