Roma Arena Saga. La conquista by Simon Scarrow

Roma Arena Saga. La conquista by Simon Scarrow

autore:Simon Scarrow
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788854156777
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2015-07-20T22:00:00+00:00


Capitolo sei

Il mattino seguente, come annunciato, Macrone attendeva Pavone per l’allenamento nel ludus. L’optio fissò lo sguardo d’acciaio sulla giovane recluta mentre questi gli si avvicinava dal portico orientale. Per colazione, i gladiatori avevano ricevuto, direttamente nei rispettivi cubicoli, un tozzo di pane raffermo con un bicchiere di vino inacidito. Buccone e le altre reclute ripresero poi l’allenamento ai pali nei pressi della meridiana al centro del piazzale, mentre Amadoco e i veterani si esercitarono nel combattimento a coppie sul versante opposto. Esattamente di fronte era stato predisposto un palus singolo come espressamente richiesto da Macrone. Ai piedi dell’optio erano stati appoggiati un paio di sacche di pelle di maiale e un completo da legionario con armatura, elmo, corazza, cintura di bronzo, scudo e furca da marcia. Il lanista assisteva dall’alto del balcone, osservando concentrato Macrone. Non sembrava affatto contento della prospettiva di un soldato che allenava una recluta nel suo ludus. C’era il rischio che Macrone potesse far apparire Calamo inadeguato al confronto, suppose Pavone, e in un ludus l’autorità del doctor doveva essere inattaccabile. Il giovane cercò di cancellare ogni altro pensiero dalla mente e si avvicinò all’ufficiale con una spiacevole sensazione di nausea all’idea di dover affrontare Britomaris.

«Sei in ritardo», si lagnò Macrone, indicando i raggi del sole che spuntavano oltre il tetto di tegole.

«Mi dispiace», rispose Pavone.

«Mi dispiace, signore», lo corresse Macrone.

Pavone lo guardò irritato. «Dimentichi a chi stai parlando, optio. Tu sei solo un addestratore, io un tribuno militare, vice comandante della Sesta legione. Cerca di rivolgerti a me come si deve, la prossima volta».

«E tu dimentichi che ti trovi in un cazzo di ludus«», gli tuonò di rimando Macrone, la faccia incupita e il sangue che gli pulsava alle tempie. «Non sei più un tribuno e francamente non mi fa né caldo né freddo sentire un borioso ex tribuno privilegiato che si rivolge con arroganza al nuovo eroe di Roma».

«Eroe?».

Macrone annuì secco. «Esatto, decorato dall’imperatore in persona».

Pavone si affondò le unghie nel palmo delle mani e serrò le labbra. Per quanto detestasse ammetterlo, Macrone aveva ragione. Era lui a comandare. Con autorizzazione imperiale. Pavone era stato spogliato dei suoi diritti e condannato all’arena. Secondo le rigide consuetudini sociali di Roma, in quel momento lui non valeva più di un qualsiasi comune schiavo.

«Metti di nuovo in discussione la mia autorità e ti faccio flagellare da Calamo. Ci siamo capiti?»

«Sì, signore», rispose Pavone a denti stretti.

Macrone era di pessimo umore. L’unica locanda con camere disponibili che era riuscito a trovare la sera prima a ora tarda era stata la “Capra sbronza”, una bettola puzzolente alla periferia di Paestum. Il vino sapeva di piscio di asino e il conto era da mettersi a piangere. Aveva dormito su un materasso di pagliericcio scomodissimo ed era stato svegliato dalla moglie del locandiere con un calcio un’ora prima dell’alba. Si era messo in marcia verso il ludus con gli occhi ancora appannati dal sonno e affamato come un lupo per poi scoprirsi, con suo grande stupore, quasi rammaricato di essere stato decorato.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.