Roma in fiamme [Il destino dell'imperatore - vol. 8] by Roberto Fabbri

Roma in fiamme [Il destino dell'imperatore - vol. 8] by Roberto Fabbri

autore:Roberto Fabbri [Fabbri, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa storica
ISBN: 9788822727046
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2019-01-09T16:00:00+00:00


CAPITOLO X

«Tutta l’estremità meridionale è in fiamme», esclamò incredulo Sabino.

«E si è già propagato a due dei caseggiati accanto, a quanto pare», disse Vespasiano, pensando ai bambini che vi aveva visto giocare quando era passato da lì poco più di un’ora prima e sperando che fossero stati portati in salvo.

«Si diffonde davvero in fretta», li informò Magno, «era la metà quando l’abbiamo avvistato dalla casa di Deciano».

Sabino rivolse a Magno un’occhiata interrogativa, ma aveva la mente rivolta a ciò che doveva fare. «Sarà meglio che vada laggiù a prendere il comando delle operazioni».

Vespasiano seguì a gran velocità il fratello giù per il colle, fino a che le strade non furono intasate da persone terrorizzate in fuga dalla crescente conflagrazione che, ormai, con le fiamme che artigliavano le nuvole di fumo sempre più alte, illuminava l’intero quartiere. L’incedere fu reso più arduo dai capannelli di spettatori giunti dalle zone contigue, le cui proprietà non erano ancora minacciate e non avevano idea del pericolo in agguato.

«Tornate nelle vostre case!», urlò Sabino agli astanti mentre Magno, Sesto e altri due fratelli del Quirinale meridionale si aprivano un varco tra la folla, al posto dei littori di Sabino, ormai congedati per quel giorno. «Indietro! I vigiles dovranno poter passare se non si è propagato troppo. Le vostre case potrebbero essere le prossime».

La voce imperiosa del prefetto urbano, che non passava inosservato nella sua toga bordata di porpora e li avvertiva del pericolo imminente alle loro proprietà, riscosse tanti di essi e fu con urgenza e crescente orrore sui loro volti, al pensiero di perdere tutto, che i curiosi si dispersero.

Continuando a lottare con l’ondata di panico generata da chi, trasportando o trascinando averi o stringendo a sé neonati o tirandosi dietro per mano bambini piccoli, si affannava a sfuggire al calore che emanava da quelle che erano state le loro case, Vespasiano e Sabino avanzarono con Magno e i ragazzi che facevano del proprio meglio contro la ressa. Nello stesso momento in cui alzò lo sguardo su di esso, il caseggiato accanto ai due già interessati dall’incendio esplose in fiamme che eruttavano dalle finestre. Gli abitanti, che invano avevano sperato fino all’ultimo che la loro misera abitazione venisse miracolosamente risparmiata, si precipitarono fuori. L’edificio fu inghiottito dalle fiamme così in fretta che Vespasiano si chiese per un breve momento se non si trattasse di un incendio doloso, ma ogni pensiero fu bandito dalla sua mente quando l’entità del rogo, in confronto alla mancanza di sforzi per contrastarlo, divenne palese. L’intera estremità curva del circo era divorata dalle fiamme, che sembravano sprizzare dalle pietre stesse invece che dalle spesse travi di legno sulle quali l’edificio era stato eretto. Ad affrontare il fuoco c’erano due patetiche e deboli pompe ad acqua, i cui getti spruzzavano in modo irregolare e raggiungevano a malapena un’altezza di venti piedi, e quattro catene di secchi costituite da una ventina di madidi vigiles, che prendevano l’acqua da una cisterna vicina.

«Dov’è il resto dei tuoi uomini?», urlò Sabino al centurione che gestiva il pietoso tentativo di spegnere le fiamme.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.