Rumore by Bella Bathurst

Rumore by Bella Bathurst

autore:Bella Bathurst
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851160821
editore: UTET
pubblicato: 2018-02-23T00:00:00+00:00


1. Reporting of Injuries, Diseases and Dangerous Occurrences Regulations (Regolamento sulla dichiarazione di infortuni, malattie ed eventi pericolosi).

2. Committee for Occupational Safety and Health (Comitato per la sicurezza e la salute sul lavoro).

8

Silenzio

Da quando ho cominciato a scrivere, ho sempre raccolto i miei appunti in una serie di quadernetti morbidi. Non si tratta di diari, ma di note sparse su ciò a cui sto lavorando in quel periodo: pensieri o domande, brevi ricerche, idee, numeri di telefono. Contengono, in forme diverse, il materiale che è alla base della maggior parte degli articoli e di tutti i libri che ho scritto negli ultimi vent’anni, inframmezzato da promemoria di incombenze urgenti. Poiché si tratta per lo più di appunti di lavoro, non c’è niente che si possa definire veramente personale, ma se un tema mi interessa, immancabilmente troverà posto nei miei taccuini. Sono tutti dello stesso tipo: neri e a righe. In alcuni si notano macchie di salsedine, in altri briciole di dolci tra le pagine e in ciascuno la grafia varia dal meticoloso allo strampalato. Ogni due o tre pagine la mia penna divaga per la scossa di un treno o magari il quaderno si apre da solo su un indirizzo web che non so più perché era importante. Scrivere a mano è un metodo antiquato per accumulare informazioni, ma io trovo i quaderni utili e mi piace usarli. In un modo o nell’altro, recano traccia della mia vita lavorativa almeno quanto la carta stampata.

Nel 2004 stavo perdendo l’udito già da sei anni. So che per allora avevo iniziato a osservare i tratti peculiari della sordità, come il diverso effetto di vari strumenti sulla mia percezione. Quindi, tornando ai quaderni di quel periodo, sono certa di trovarne una testimonianza scritta.

Invece non c’è nulla, in nessun quaderno. Né un appunto né una conversazione né una lacrima. Silenzio totale. Per quanto mi riguardava, non ero mai diventata sorda. Avevo fatto molte ricerche, annotato un’ampia mole di informazioni, lavorato sempre di più e più rapidamente, ma non dedicavo una sola parola al pensiero che allora dominava la mia mente.

Sfoglio rapidamente i quaderni dal 1998 in poi e li risistemo sullo scaffale. Io so bene perché lì dentro non c’è nulla.

Nel 2003 il desiderio istintivo di lanciarmi a capofitto nel divertimento aveva iniziato a trasformarsi in qualcosa di più lento e profondo. Cominciai a combattere la sordità – e me stessa – con tutte le mie forze. Poi subentrarono la tristezza e i tanti incubi, che mi avrebbero accompagnata a lungo. Dal punto di vista audiologico, la vita aveva assunto un suo ritmo. Portavo sempre gli apparecchi digitali e ogni tanto li facevo controllare: continuavo a vivere. O meglio, io e il mio udito continuavamo a sprofondare. Sempre più giù, insieme ai miei demoni. Se fossi riuscita a trovare un po’ di equilibrio, forse avrei anche capito che la vita non era il dramma tempestoso che mi ero costruita. Ma mi ero trovata un disturbo – o piuttosto era quel disturbo ad aver trovato me – che sembrava attagliarsi perfettamente ai miei punti deboli.



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