Sono una snob? by Virginia Woolf

autore:Virginia Woolf [Woolf, Virginia]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788899271282
editore: Piano B
pubblicato: 2015-03-09T23:00:00+00:00

LA MACCHIA SUL MURO14 (1917)

Era forse a metà gennaio di quest’anno quando per la prima volta alzai gli occhi e vidi la macchia sul muro. Per fissare una data è utile ricordare quello che si è visto. Così ora penso al fuoco; il velo immobile di luce gialla sulla pagina del mio libro; i tre crisantemi nel vaso rotondo di vetro sul caminetto. Sì, doveva essere inverno, e avevamo appena preso il tè, perché ricordo che stavo fumando una sigaretta quando alzai gli occhi e vidi per la prima volta la macchia sul muro. Guardai attraverso il fumo della sigaretta e il mio sguardo si fermò un attimo sui carboni ardenti, e quella vecchia fantasia della bandiera rosso sangue che sventola dalla torre del castello mi balzò alla mente, e pensai alla cavalcata dei rossi cavalieri che salivano le pendici della montagna nera. Con mio grande sollievo la vista della macchia interruppe la visione, questa vecchia visione, automatica, che risale forse a quando ero bambina. La macchia era piccola e rotonda, nera sul muro bianco, circa sei o sette pollici sopra la mensola del caminetto.

Come fanno veloce i nostri pensieri a radunarsi attorno a un nuovo oggetto, sollevandolo un pochino, come formiche che tanto febbrilmente trasportano un filo di paglia, per poi abbandonarlo... Se quella macchia era stata fatta da un chiodo, non poteva essere per un quadro, doveva essere stato per una miniatura – la miniatura di una signora con i riccioli bianchi incipriati, le guance imbellettate, e labbra come garofani rossi. Certamente un falso, perché la gente che aveva questa casa prima di noi avrebbe scelto un quadro proprio in quel modo – un vecchio quadro per una vecchia stanza. Facevano parte di quel genere di persone molto interessanti, e io penso così spesso a loro, e nei posti più strani, poiché non li vedremo mai più, non sapremo mai cosa ne è stato. Avevano deciso di lasciare questa casa perché volevano cambiare lo stile dei loro mobili, così disse lui, e stava per spiegarci la sua teoria secondo cui l’arte dovrebbe nascere dalle grandi idee quando fummo spezzati in due, come quando, passando veloci in treno, dividiamo la nostra attenzione tra la vecchia signora che sta per versare il tè e il giovanotto che si prepara a colpire la palla da tennis nel giardino di una villa fuori città.

Ma quanto a quella macchia, non ne sono sicura; dopo tutto non credo che sia stata fatta da un chiodo; è troppo grande, troppo rotonda. Potrei alzarmi, ma se mi alzassi e la guardassi, dieci a uno che non sarei capace di dirlo con certezza, perché una volta che una cosa è stata fatta nessuno sa mai come è accaduta. Oh, povera me, il mistero della vita, l’approssimazione del pensiero! L’ignoranza dell’umanità! Per dimostrare lo scarso controllo che abbiamo su ciò che possediamo – che faccenda casuale sia la vita, nonostante tutta la nostra civiltà – lasciatemi contare alcune delle cose perse nel corso di una vita, cominciando, perché

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