Sorelle della prateria by Elena Di Fazio

Sorelle della prateria by Elena Di Fazio

autore:Elena Di Fazio [Di Fazio, Elena]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788825418972
editore: Delos Digital
pubblicato: 2022-01-19T23:00:00+00:00


5

Il cielo era un tappeto blu puntellato di stelle. Al centro troneggiava la via Lattea, sulle loro teste splendevano Orione e Cassiopea.

Stesa sul fondo del carro, Azalea osservava il firmamento. Il vento della prateria le aveva asciugato gli occhi, o forse non le restavano più lacrime da versare. L’immagine della testa di Ava che scoppiava come una melagrana matura le era impressa sulle retine, come se l’avesse ancora davanti.

Gli invasori le avevano fatto indicare sulla mappa il percorso dalla fattoria alla dimora di Sedna. Azalea c’era già stata, come tutte le donne nate sull’isola, per inginocchiarsi al cospetto della dea. Poi si erano appropriati dei suoi cavalli, inclusa l’amata Stella Polare, e avevano costretto Azalea a seguirli, con la minaccia di uccidere Sole e Luna se non avesse obbedito ai loro ordini. Anche le bambine erano sul carro, tremanti, strette in un abbraccio. Ma la dea non sarebbe rimasta insensibile a tanta crudeltà! Appena la sua trasmigrazione nelle Sorelle fosse stata completata, avrebbe scatenato la propria ira sugli invasori.

La notte durava solo poche ore in quella stagione, così l’alba venne in fretta. Bucaniere e i suoi compagni ordinarono una sosta e riposarono a turno, assicurandosi che Azalea e le bambine restassero buone al loro posto.

Si trovavano nei pressi di un ruscello, dove fecero scorta di acqua potabile. Anche per bere gli invasori utilizzavano un dispositivo filtrante che epurava cibi e bevande dalle lacrime di Sedna, e si scostavano il respiratore dal viso quanto bastava per far passare il cibo.

Sempre che ciò che mangiavano potesse definirsi cibo.

La loro crudeltà non si era fermata all’omicidio di Kahikilani e Ava. Mentre preparavano il carro alla partenza, avevano fatto razzia di vivande nella dispensa. Grande era stata la loro sorpresa nel realizzare che alla fattoria c’erano solo legumi, formaggi e uova.

– La carne! – aveva urlato l’uomo corpulento. – Con tutte quelle mucche là fuori, volete farmi credere che non avete carne? E le proteine dove le prendete?

Azalea aveva tentato di spiegare che tra le abitanti dell’isola e le mucche c’era un rapporto di reciproco scambio: loro le curavano e le portavano al pascolo e, in cambio, ricevevano latte per il burro e i formaggi. Nessuno uccideva, sotto i cieli di Sedna, se non per difesa o per grave necessità.

A quei mostri il discorso non era piaciuto. Avevano sparato anche a una delle mucche, l’avevano fatta a pezzi e cotta nelle braci. Quanto sangue! Quanto orrore sotto le stelle!

Azalea si sporse verso un cespuglio e diede di stomaco. La spalla bruciava così forte che nemmeno la sentiva più. Aveva la fronte imperlata di sudore e tremava, forse per la febbre, forse per l’aria fredda di primavera.

Raccolse menta e rosmarino selvatico, ne fece un impacco per la ferita e un decotto da sorseggiare prima di ripartire. Se fosse morta per l’infezione, le bambine sarebbero rimaste sole. Chi si sarebbe occupato di loro? Soltanto le Sorelle della prateria, ma erano troppo lontane da lì.

– Andiamo – ordinò uno degli uomini a un certo punto, battendo le mani.



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