Statale 106 by Antonio Talia

Statale 106 by Antonio Talia

autore:Antonio Talia [Talia, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: minimum fax
pubblicato: 2019-11-06T23:00:00+00:00


Santuario di Polsi

All’alba del 2 settembre 2018 carico sul sedile posteriore dell’auto un bel mazzo di gigli bianchi e uno zaino. Lo zaino contiene due bottiglie d’acqua, due mele, biscotti, un pacchetto di sigarette e un maglione leggero, in caso di sbalzi di temperatura. I gigli servono come scusa in caso di attenzioni indesiderate. Per arrivare da Reggio al Santuario di Polsi bisogna percorrere tutta la Statale 106 fino a Bovalino, svoltare verso San Luca, attraversare il paese e poi inerpicarsi in Aspromonte. Ci sarebbe anche un’altra strada, ma è ancora più impervia, e comunque il viaggio perderebbe almeno metà del suo valore senza osservare i segnali della festa della Madonna della Montagna lungo la Statale 106. La festa si svolge ogni anno e dura quattro giorni, dal 30 agosto al 2 settembre: i pellegrini arrivano sia dalla costa jonica che dalla tirrenica, e nei giorni precedenti alle celebrazioni hanno pregato in privato davanti alle effigi della Vergine che custodiscono in casa, chiedendo una grazia. Ogni comune ha una sua carovana, per un totale di almeno cinquanta gruppi, tutti guidati da un capocarovana che apre il corteo del pellegrinaggio. Nei giorni precedenti al 2 settembre i gruppi convergono alla spicciolata verso il santuario, e ancora oggi, in segno di penitenza, alcuni percorrono l’intero tratto tra la fiumara Bonamico e la chiesa a piedi, di notte. Arrivati al santuario, salutano la Madonna – molti percorrono l’intera navata in ginocchio – e si preparano a trascorrere la veglia tra l’1 e il 2 all’addiaccio, negli spiazzi di fronte alla chiesa.

Fino a qualche anno fa, il sentiero tra la Bonamico e il santuario era costellato di punti per la macellazione delle capre e il sangue degli animali colorava le acque della fiumara per giorni, ma l’usanza è stata seppellita sotto una raffica di ordinanze per preservare le condizioni igieniche. Le celebrazioni toccano il picco nella mattina del 2 settembre: la confraternita dei pescatori di Bagnara Calabra, sulla costa tirrenica – che detiene questo diritto da sempre, forse per la leggenda secondo la quale la statua sarebbe stata ritrovata in mare – porta in processione la Madonna intorno al santuario tra canti e fuochi artificiali, e la depone di nuovo all’interno della chiesa. Il resto della giornata è dedicata ai pasti e alle danze: gli spiazzi sono pieni di pentoloni per cucinare il ragù di capra e si riempiono di tamburelli e fisarmoniche; i pellegrini – che hanno offerto ori e ceri alla Vergine, e hanno digiunato durante la veglia – si lanciano per ore in tarantelle sfrenate, innaffiate da vino rosso.

Appena sotto la superficie della religione si nascondono gli altri rituali: nel 2009 l’operazione Crimine-Infinito documenta con audio e video quello che tutti, nella zona, sentono raccontare da sempre: i giorni della Madonna della Montagna sono anche i giorni in cui, ogni anno, ai margini dei festeggiamenti, si insediano le nuove cariche del Crimine e vengono ufficializzate le nuove doti.

Secondo Google Maps, il tratto da San Luca al santuario si potrebbe percorrere in



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