Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo, v. 03 (of 16) by J.-C.-L. Simonde de Sismondi

Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo, v. 03 (of 16) by J.-C.-L. Simonde de Sismondi

autore:J.-C.-L. Simonde de Sismondi [Sismondi, J.-C.-L. Simonde de (Jean-Charles-Léonard Simonde)]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Italy -- History
pubblicato: 2013-09-23T00:00:00+00:00


Numerosi sono gli abitanti di quest'isola, e, stando alle testimonianze de' Veneziani, il loro carattere è perfido e incostante. Potrebbesi per altro spiegare tanto per le virtù loro che pei loro vizj le frequenti sedizioni e l'avversione che mostravano per un giogo straniero. I Veneziani per tenerli in dovere mandarono in Candia una colonia: ma quel popolo che fabbricava ed equipaggiava con estrema facilità flotte di cento navi in pochi mesi, quel medesimo popolo i di cui mercanti erano domiciliati in tutti i porti del Mediterraneo, a stento trovava alcuni uomini che rinunciassero per sempre alla loro patria, anche loro offrendo in altro paese dignità, poteri e ricchezze. A formare la colonia concorsero in ugual parte i sei sestieri di Venezia; la quale colonia, appena giunta nell'isola, ebbe il possesso di cento trentadue feudi di hautbert o cavallerie, e di cento otto feudi di scudieri, ossia sergenti d'armi[222]. Dunque il numero delle famiglie veneziane che passarono in Creta, era soltanto di cinquecento quaranta. Alla testa della colonia fu stabilito un duca per rappresentare il doge, il quale veniva eletto ogni due anni dal maggior consiglio di Venezia, ed era, come il doge, assistito da due consiglieri superiori. Eranvi a Candia come a Venezia i giudici del proprio, i signori della notte, quelli della pace, il piccolo consiglio, o signoria, il grande cancelliere, e soprattutto il maggior consiglio, che nella stessa epoca di quello di Venezia fu dichiarato nobile ed ereditario. Perciò quando, del 1669, la città di Candia fu presa dai Turchi, e che la repubblica perdette la colonia, i gentiluomini di quel consiglio richiamati nella metropoli, furono risguardati come non avessero mai perduti i loro ereditarj diritti; e tutti i nobili candiotti dichiarati nobili veneziani, e come tali registrati nel libro d'oro[223].



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