Storia di F. Ozanam by Giorgio Bernardelli;

Storia di F. Ozanam by Giorgio Bernardelli;

autore:Giorgio Bernardelli;
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788867081240
editore: eDigita srl.
pubblicato: 2013-02-19T00:00:00+00:00


Confida al padre di Amélie, il rettore Soulacroix, in una lettera del 5 aprile 1843.

Non trascuro che mi sto preparando a un cammino più faticoso e può darsi a una promozione meno rapida, rinunciando alla strada che percorrono la maggior parte delle persone. Sono con la Chiesa e con l’Università senza esitazione e ho consacrato loro la mia vita, che sarà spesa bene se renderà onore a Dio e servizio allo Stato. Voglio poter conciliare questi impegni a qualunque prezzo. Credo di averne assolto una parte quando nell’insegnamento, davanti a un pubblico di ogni fede e di ogni partito, insegno con chiarezza la scienza cristiana; credo anche di dare in questo modo la risposta più adatta a coloro che accusano le nostre cattedre. Credo anche che non sia inutile quando porto un contributo universitario nelle raccolte cattoliche, dove cerco, secondo le mie poche forze, di favorire la familiarità a uno studio calmo e serio.

Vale la pena di sottolineare la profonda convinzione che il cristiano ha comunque un obbligo nei confronti della scienza, come si legge anche in una lettera a François Lallier, datata 30 dicembre 1845: «Ho sempre stimato che i laici servirebbero ancora meglio la fede apprendendo tutti i dettami della scienza per trattarli cristianamente, piuttosto che restare nella generalità dell’apologetica dove i teologi hanno lasciato poche cose da fare».

Nello stesso tempo, però, Frédéric non si tira indietro nel difendere i cattolici ingiustamente attaccati: proprio in questa stessa lettera racconta all’amico di essersi schierato al fianco dell’archeologo Charles Lenormant, attaccato dagli studenti liberali al grido di «abbasso i gesuiti, abbasso la monarchia» proprio per via delle sue convinzioni religiose. «Finché le sue lezioni saranno turbate – scrive a Lallier – non cesserò d’assistervi».

Scriverà Lacordaire riassumendo questo periodo difficile nella vita dell’amico:

Ozanam conservò la sua cattedra, e questa era il suo posto nel pericolo della verità: né espressamente investì il Corpo al quale apparteneva; e questo era il dover suo di collega e di uomo riconoscente. Ma egli rimase nella solidarietà più compiuta e più costante con tutti noi. Non fu attento a veruno dei vincoli che lo stringevano ai capi ed ai soldati, perché egli era e sempre fu di tutte le assemblee, di tutte le opere, di tutte le inspirazioni di quel tempo, e ciò che egli non diceva in cattedra o negli scritti, usciva dalla sua influenza con una chiarezza, da valere qualunque aperta professione. Così neppure un momento di diffidenza e di freddezza diminuì l’alto posto che egli fra noi occupava, e in pari tempo conservò l’affetto dei cattolici e la stima del Corpo di cui faceva parte, e, di fuori di questi due campi, la simpatia di quella moltitudine voltabile ed incerta che costituisce il così detto pubblico, e che presto o tardi decide ogni cosa.

In ultima analisi, a rendere possibile questo equilibrio fu la sua scelta radicale di lasciarsi guidare solo dal servizio alla verità. Fin dal primo giorno è sempre stata questa la principale sua preoccupazione al momento di salire in cattedra di fronte agli studenti.



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