Storia di Firenze by John M. Najemy

Storia di Firenze by John M. Najemy

autore:John M. Najemy [Najemy, John M.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858415269
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


3. Cosimo dei Medici: denari e amici.

Ben pochi, nel XIV secolo, avrebbero potuto immaginare che tra Firenze e i Medici si sarebbe stretto un abbraccio cosí fatale. Attorno al 1300 i Medici erano tra le piú indocili famiglie dell’élite, e benché non fossero magnati avevano legami matrimoniali con famiglie magnatizie, tra cui i Donati. Ebbero il loro primo priore nel 1291, e con un totale di 53 priori fino al 1400 i Medici potevano vantare una presenza politica numericamente inferiore soltanto a quella degli Strozzi, degli Altoviti e degli Albizzi. Ma nel corso del Trecento molti di loro si resero simili ai peggiori magnati di un tempo, con il loro frequente ricorso a comportamenti violenti, diretti non solo contro altre famiglie ma anche in seno alla propria. A metà del secolo, non vi furono Medici fra i protagonisti principali del mondo dei commerci e della finanza. Negli anni Sessanta e Settanta la famiglia si spaccò tra le fazioni che sostenevano rispettivamente gli Albizzi e i Ricci, ma il solo che in questo periodo riuscí a giocare un ruolo politico di rilievo fu Salvestro, la cui ostinata opposizione alla Parte guelfa, il sostegno alla guerra contro il papa e il ruolo di guida nel movimento popolare del 1378, gli causarono l’esilio nel 1382, riducendo l’influenza della famiglia nell’oligarchia del periodo immediatamente successivo. Negli anni Novanta del Trecento numerosi Medici vennero accusati di cospirare contro il regime e messi al bando; uno di loro fu persino giustiziato. E, nel 1400, la scoperta di un’altra congiura che coinvolgeva alcuni membri della famiglia portò all’interdizione dell’intera consorteria dagli incarichi pubblici, con la sola esclusione di Giovanni di Bicci, di Francesco suo fratello, e dei discendenti di Vieri di Cambio26. Si trattava di una posizione che difficilmente poteva fare presagire un’ascesa nell’arco di soli 35 anni a un potere senza precedenti nella storia del comune.

Ironia della sorte, fu proprio Vieri di Cambio, un lontano cugino di Giovanni di Bicci ma cugino di primo grado di Salvestro, a offrire l’opportunità affinché Giovanni gettasse le basi finanziarie per l’ascesa politica dei suoi discendenti. Nel periodo di rivoluzione e controrivoluzione, Vieri si era schierato con la Parte Guelfa e gli Albizzi, assicurandosi un posto nella balía del 1382; egli fu inoltre il solo membro della famiglia che nella seconda metà del Trecento riuscí ad arricchirsi nel commercio e nella banca. Giovanni e Francesco iniziarono le loro carriere come impiegati presso la filiale romana delle ramificate operazioni di Vieri; Giovanni divenne direttore e poi socio della succursale verso la metà degli anni Ottanta, e nel 1393 fondò a Roma una propria compagnia, che al ritiro di Vieri ne ereditò gran parte degli affari e delle sostanze. Quattro anni dopo Giovanni trasferí la sede principale della compagnia a Firenze, pur mantenendo una filiale a Roma; assieme ai suoi soci, avviò la compagnia fiorentina con un investimento di capitale pari a 10 000 fiorini; nel 1402 aprirono una filiale a Venezia e una prima impresa per la manifattura di panni di lana a Firenze (seguita piú tardi da un’altra).



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