Storia di Franco by Maria Marcone

Storia di Franco by Maria Marcone

autore:Maria Marcone [Marcone, Maria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La meridiana
pubblicato: 2022-07-28T22:00:00+00:00


ARTURO SE NE VA

Quella lunghissima estate passò come Dio volle e a rapidi passi ci si inoltrò nell’autunno.

Marilù ai primi di ottobre, come a suo tempo le aveva raccomandato il padre, si recò presso le segreterie delle scuole sua e dei fratelli, e sbrigò le pratiche per le iscrizioni, per Franco alla terza elementare, per Michele alla quinta, per Nino alla seconda media e per sé al quarto ginnasio.

Di riapertura delle scuole però non si parlava: forse verso la metà di novembre.

Le condizioni di Arturo lentamente andavano aggravandosi, e il medico Pedone che veniva a visitarlo un giorno sì e uno no diceva che in quello stato poteva durare qualche mese ma, chissà, anche qualche anno: a Ninella e a Marilù suggeriva di non passare tutte le notti in piedi per assisterlo, altrimenti anche loro sarebbero crollate, magari prima del malato stesso.

Del resto cominciava a far freddo e si sentiva proprio il bisogno di rifugiarsi a una certa ora sotto la coperta; ma le notti continuavano ad essere molto agitate: Arturo per lo più insonne reclamava compagnia, anche perché il grido rauco di un gufo che si era insediato sul tetto della casa lo riempiva di spavento, e allora anche lui lanciava il suo rauco richiamo. Andava sempre a finire che Marilù, stanca di alzarsi continuamente, prendeva un plaid e andava a starsi nello studiolo del padre a leggere qualcuno dei tanti libri che ancora non aveva letto.

Nella notte fra il tre e il quattro novembre già dall’inizio alla ragazza e alla donna era sembrato che il viso di Arturo fosse più affilato e gli occhi più lucidi, come se gli vibrasse nell’espressione un barlume d’intelligenza. Marilù però incoraggiò la madre ad andare a dormire, promettendole che se avesse notato qualcosa di strano l’avrebbe subito chiamata.

E quella notte avvenne il miracolo: non si sa da dove né come, la coscienza l’intelligenza la sensibilità tornarono in quel corpo moribondo e Arturo mormorò: – Perdete ogni speranza voi ch’entrate2.

Marilù capì che era una citazione, anche se non aveva ancora studiato Dante e la sua Divina Commedia.

S’avvicinò al padre presa da sacro terrore, da sublime meraviglia.

Papà, papà, allora tu capisci!...

Arturo volse su di lei occhi carichi di tutto il dolore e l’amore del mondo.

Povera figlia mia! – mormorò ancora.

No, papà, non dire così, sono felice di ritrovarsi.

Me ne sto andando... Prendi la “Fiaccola sotto il moggio”3di D’Annunzio e leggi per me.

Marilù cercò febbrilmente il libro fra gli scaffali affollati e cominciò a leggere cercando di raffrenare i singhiozzi. Ma già dopo qualche minuto s’accorse che il padre non ascoltava più, che ansimando e sudando stava ripercorrendo fasi vicine e lontane della sua vita rievocandole a parole e frasi smozzicate che però avevano un senso, un filo conduttore.

Gli si avvicinò di più, come un confessore, per cogliere tutte le sfumature, per capire tutto ciò che come in un film gli passava per la mente in quegli ultimi istanti.

La sua anima, sì, questa è la sua anima! – si sorprese a pensare, e allora corse al letto di Franco, gli sussurrò di seguirla scuotendolo più volte.



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