Sulla via Francigena by Boca Lorenzo del & Moia Angelo

Sulla via Francigena by Boca Lorenzo del & Moia Angelo

autore:Boca, Lorenzo del & Moia, Angelo [Boca, Lorenzo del & Moia, Angelo]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


10.

Con migliaia di morti fra Somme e

Marne

Il Pas de Calais, la Piccardia e la Champagne rappresentano un’immensa distesa agricola.

Poderi coltivati a perdita d’occhio e vigneti pregiati che s’inseguono per i crinali delle colline. Spighe gonfie di chicchi, pannocchie robuste, grappoli maestosi. E, intorno, una campagna ordinata con strade e sentieri curati, fossi dove scivola l’acqua e torrenti con le dighe, utili per deviare il corso della corrente e irrigare la terra.

La gente di qui è contadina da sempre. Lo era nei secoli medievali e lo è rimasta anche all’alba del terzo millennio. Un tempo, lavoravano i campi con le vanghe e a forza di braccia. Si spaccavano la schiena sulle zolle che bagnavano – fisicamente

– con il sudore della fronte. Adesso, utilizzano trattori alti come un palazzo di due piani e sfruttano la tecnologia più raffinata per strappare alla terra il meglio della sua energia. Ogni fattoria

è

un’azienda

e,

tutte

insieme,

rappresentano una produzione agricola capace di sfamare mezzo continente.

Non possono esistere equivoci sul fatto di trovarsi in province che praticano il lavoro della terra. La gente è abbronzata dal sole e non perché si distenda a prenderlo in spiaggia. A tutta prima, sono taciturni, guardinghi e, persino, un po’

diffidenti ma poi, appena capiscono che non sei animato da cattive intenzioni, aprono le porte di casa per metterti a disposizione quello che

possiedono. Come mangiano loro, mangi tu. Il loro vino è il tuo. Il pane si spezza a metà.

All’inizio del pellegrinaggio, il grano è ancora verde. Passo dopo passo, lo vediamo prendere colore e maturare. Camminando, assistiamo alle fasi che portano al raccolto finché i campi si popolano di balle di paglia che rappresentano l’ultimo sottoprodotto del grano.

A intervallare le coltivazioni che si allargano fin oltre l’orizzonte, i cimiteri della prima guerra mondiale, testimoni del passato e della tragedia.

Giusto cento anni fa, qui, lungo la Somme e attorno alla Marne, gli eserciti dell’Alleanza e dell’Intesa si sono sterminati, lasciando per terra centinaia di migliaia di soldati. I contadini sono stati costretti ad abbandonare le loro terre per indossare la divisa.

Ils s’appellaient Bernard, Maguet, Bague ou Garvier.

Ils ont leurs noms gravés sur des dalles de pierre mais leurs corps mutilés

ont peupleé les charniers.

Gente comune e ragazzi normali che il furore del conflitto ha costretto a combattere.

Ils s’appellaient Hérard, Baigue ou bien Cornevin.

Ils n’etaient ni moins bons ni meilleurs que nous sommes

mais ils ont combattu l’ennemi, quand il vint.

“Non erano né meglio né peggio di noi. Ma, quando è stato il momento, hanno affrontato il nemico che era arrivato per occuparci.”

Giovani di vent’anni il cui nome, ora sbiadito, ora più leggibile, sta scritto su una croce che si offre al ricordo e alla meditazione.

Campi altrettanto sterminati, tappeto verde, tombe senza cumulo, un sacrario che celebra questo o quell’altro episodio. L’euforia del pellegrinaggio diventa emozione.

Ogni paese dedica ai suoi caduti un monumento e una lapide. Per la verità, due lapidi: due ciascuno. La prima è stata eretta dalla comunità cattolica appena terminato il conflitto, quando

l’eco degli assalti alla baionetta risuonava ancora nell’aria. Questo ricordo, il più delle volte, è stato collocato nel recinto della chiesa.



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