Teoria della responsabilit by Carla Bagnoli;

Teoria della responsabilit by Carla Bagnoli;

autore:Carla, Bagnoli; [Bagnoli, Carla]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, Saggi
ISBN: 9788815356161
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2019-09-14T22:00:00+00:00


1. L’ignoranza che non scusa

Accanto alla coercizione, c’è un’altra condizione che scusa l’agente, sospendendo il giudizio di responsabilità morale e cioè l’ignoranza fattuale. A proposito dell’ignoranza, bisogna infatti distinguere il caso in cui l’agente non intendeva fare ciò che ha fatto, nell’ignoranza dei fatti particolari, e il caso in cui l’azione risulta contraria alle sue intenzioni. Il biasimo è una reazione inappropriato solo nel primo caso[22]. Se l’azione è caratterizzata in modo fondamentale da risultati che l’agente non ha anticipato, allora non intendeva compiere quell’azione. Ma ci sono molte caratteristiche del nostro agire che non sono prevedibili e rispetto alle quali siamo indifferenti. Quindi è meglio dire che l’azione è contraria all’intenzione dell’agente quando produce risultati inattesi di cui l’agente si rincresce[23]. Questa condizione di ignoranza scusa l’azione e sospende il biasimo, perché presumibilmente l’agente avrebbe fatto altrimenti se avesse anticipato l’effetto indesiderato dell’azione che ha causato. Si tratta di una condizione collegata in modo decisivo alla limitatezza epistemica degli agenti e in un modo molto più complesso di quanto si può evincere da questa prima schematica presentazione.

La tesi fondamentale è che l’azione è volontaria se l’agente conosce le circostanze dell’azione: se l’agente non è a conoscenza dell’ampio catalogo delle circostanze in cui l’azione accade e a proposito delle quali ci può essere errore fattuale, allora agisce involontariamente[24]. Le circostanze dell’azione riguardano il modo in cui viene compiuta l’azione, i mezzi e gli strumenti attraverso cui viene compiuta e l’agente. Più precisamente, l’agente agisce involontariamente quando è in errore a proposito delle circostanze che determinano la natura dell’azione e i suoi effetti[25]. Gli effetti sono le circostanze dell’azione più importanti e, solitamente, gli errori fattuali su altri aspetti circostanziali si basano su di essi. Ciò vuol dire che la volontarietà dell’azione dipende in modo sostanziale dalla descrizione vera dell’azione, di ciò che consegue effettivamente, anche se questa descrizione può essere incompleta nel momento della pianificazione dell’azione, per come è conosciuta dall’agente.

La questione è complicata dal fatto che l’ignoranza fattuale è rappresentata ed esemplificata in modi diversi[26]. In certi casi, l’ignoranza dei fatti impedisce che l’agente formi le credenze necessarie per comprendere cosa fare. In altri casi, invece, l’agente ha conoscenza e quindi può formare certe credenze vere, ma non esercita la sua capacità. In questo caso, l’ignoranza fattuale dipende dal mancato esercizio di una capacità ed è una questione ulteriore se tale mancanza sia colpevole e meriti biasimo. Aristotele porta l’esempio di Merope che uccide il figlio credendo erroneamente che sia un nemico. Merope agisce nell’ignoranza del fatto che si tratta in realtà di suo figlio[27]. In questo caso, l’azione si basa anche su una falsa credenza. Si tratta di un caso più complesso dell’ignoranza dei fatti rilevanti, o della semplice assenza di credenze vere a proposito di circostanze che sarebbero state utili a produrre un giudizio informato sull’azione da compiere.

Un secondo esempio mostra che l’errore fattuale comporta qualcosa di più dell’agire nell’ignoranza dei fatti rilevanti o sulla base di una falsa credenza. È il caso dell’uomo che intende mostrare



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