Teutoburgo by Valerio Massimo Manfredi

Teutoburgo by Valerio Massimo Manfredi

autore:Valerio Massimo Manfredi
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
ISBN: 9788852076350
editore: Mondadori
pubblicato: 2017-09-09T22:00:00+00:00


XVI

Arminius meditò a lungo sulla strana iniziativa di Quintilio Varo, sul viaggio al campo di battaglia di Carre e sul fatto che l’esercito romano poteva essere battuto. Nondimeno negli anni successivi avrebbe avuto molte occasioni in cui convincersi del contrario. Trascorse quasi quattro anni in Oriente e viaggiò molto con gli stessi personaggi con cui aveva visitato Carre. In quel lungo lasso di tempo ebbe modo di capire molti aspetti dell’Impero di Roma e di conoscere a fondo i suoi compagni Rufio Corvo e Sergio Vetilio, stringendo con loro amicizia. Nel frattempo Arminius si era informato di come viaggiasse la posta. Ci si recava al porto dove si trovavano le informazioni sulle navi in partenza, giorno, mese e il nome del comandante con il quale occorreva mettersi d’accordo sul prezzo. Se uno era fortunato poteva trovare una nave diretta a Ostia e quindi direttamente a Roma risalendo il Tevere. A Roma una persona di fiducia del mittente sarebbe venuta al molo a ricevere il plico e l’avrebbe consegnato alla direzione del cursus publicus che Augusto stava allestendo e preparando. Di là avrebbe proseguito sulla rete stradale fino a destinazione.

Scrisse quindi dapprima a Diodoro, alla casa sull’Aventino, sicuro di trovarvelo, mentre era assai meno sicuro di trovarvi Tauro, uomo d’armi oltre che di altre importanti virtù ed esperienze. Domandò al suo vecchio maestro di inoltrare al fratello Flavus la lettera che accludeva nello stesso astuccio sigillato e, qualora gli fosse giunta risposta, di fargliela avere ad Antiochia al quartier generale della Dodicesima legione Fulminata. In capo a due mesi ebbe, con sua grande sorpresa, la risposta.

«I venti sono stati favorevoli sul nostro mare» gli spiegò Rufio Corvo porgendogli il messaggio, «e il tempo buono sul continente. Questa è la tua lettera.»

Arminius la aprì con un certo batticuore, all’esterno si vedevano i segni del lungo viaggio: piccole abrasioni della pelle dell’astuccio, graffi, tracce evidenti di un tragitto di migliaia di miglia. La strada che non si ferma mai non si arrestava nemmeno di fronte al mare. Srotolò con circospezione la pergamena: c’era una lettera scritta in un latino scorretto e maldestro, opera sicuramente di uno scriba da campo, ma Arminius sentì comunque una forte emozione al vedere quelle parole:

Flavus, a suo fratello Armin, salve.

Ieri ho ricevuto con grande gioia la tua lettera dove mi dici le meraviglie dell’Oriente e delle sue città. Io invece sono in Germania nell’esercito di Marco Vinicio impegnato sul fronte del Rhein dove si combatte continuamente, con pochi risultati.

Sono stato nominato prefetto di un’ala di cavalleria e ho un alloggio riservato nel campo. Ho anche uno schiavo illirico che mi serve il cibo in tavola e una schiava che lava i miei panni e consola le mie notti solitarie.

Qui fa ancora molto freddo e mi manca molto il clima di Roma. Non ho dubbi su dove vorrei vivere. Spero che la sorte presto ci ricongiungerà.

Stammi bene.



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