Tracce nella neve by Von Rezzori Gregor

Tracce nella neve by Von Rezzori Gregor

autore:Von Rezzori, Gregor [Von Rezzori, Gregor]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Guanda
pubblicato: 2021-10-25T22:00:00+00:00


LA SORELLA

Alcuni fogli con disegni infantili: grandi, fantastici fiori di colori scuri, che aleggiano sulla terra privi di gambo, come immagini di un cieco; una civetta con gli occhiali da lettura sugli occhi tondi: una caricatura scolastica; e uno stiletto acuminato, finemente inciso. Quest’ultimo è incorniciato da un intrico jugendstil di rami di vischio a formare un ex libris con alla base un nome dal suono neoromantico, come tratto da una novella cavalleresca della fine del secolo: Use.

Mentre scrivo queste righe sono trascorsi ormai cinquantasei anni dacché lei è morta, e non c’è stato giorno, da allora, in cui non abbia avvertito la sua vicinanza – ma non tanto nella presenza astratta del ricordo affettuoso, quanto, piuttosto, in un modo concreto, fisico, che spesso mi è stato tutt’altro che gradito. Qualsiasi cosa io faccia, qualsiasi cosa mi capiti, lei è qui davanti a me, accanto a me, dietro di me, e mi osserva; oppure sono io che la chiamo perché mi guardi. Da cinquantasei anni, la durata di una vita, non vi è per me un solo istante, felice o infelice, un successo o un fallimento, un evento significativo o anche soltanto notevole sul quale lei non prenda criticamente posizione. Non parla, ma è qui. La mia vita è un continuo, silenzioso colloquio con lei, un monologo che tengo dinanzi a lei e che non la sfiora neppure. Nella serie di immagini in cui ho concentrato la mia esperienza di me stesso lei è presente in ogni situazione, come la filigrana su un foglio da disegno: con il viso dei vent’anni, gli occhi chiari, penetranti, che mi fissano divertiti, il sopracciglio sollevato in attitudine scettica, le labbra carnose, eredità di nostro padre, ironicamente arcuate; l’espressione, vigile, non muta: è qui.

Non saprei proprio dove cercare in me l’esperienza traumatica alla base di questa possessione, né saprei come trovarla. Forse con strumenti psicoanalitici? Non ci credo fino in fondo. Alla fine degli anni Trenta, a Vienna, quando ancora sarei stato in tempo per rivolgermi direttamente al dottor Freud, mi capitò di leggere il suo Uomo dei lupi. Ebbene, mi risultò incomprensibile l’idea che lo sconvolgimento di un uomo, erede di una famiglia piena di casi di suicidio, vedovo dopo che anche la moglie si era suicidata, povero in canna, da milionario che era, dopo che la rivoluzione russa lo aveva costretto all’esilio, tormentato da una madre isterica e piena di malanni che non si decideva a morire, preda di un florilegio di nevrosi… Mi risultò incomprensibile, dicevo, che lo sconvolgimento di un tipo così scalognato potesse essere ricondotto unicamente al fatto che, da piccolo, era stato testimone involontario di un coitus a tergo tra i suoi genitori. Ancora oggi mi risulta difficile liberarmi da un certo scetticismo nei confronti di questo genere di rivelazioni scientifiche, soprattutto quando si tenta di darmi a intendere che attraverso di esse ha inizio per il paziente il processo della guarigione – peraltro, nel caso dell’uomo dei lupi non è stato così.

Sia come sia, l’osservanza dei precetti



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