Tutta la luce che non vediamo by Anthony Doerr

Tutta la luce che non vediamo by Anthony Doerr

autore:Anthony Doerr
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
editore: Rizzoli
pubblicato: 2014-10-21T22:00:00+00:00


La diagnosi

L’ufficiale medico prende la temperatura al primo maresciallo von Rumpel. Gonfia il bracciale per misurare la pressione. Gli esamina la gola con una piccola torcia. Stamattina von Rumpel ha ispezionato un divanetto del quindicesimo secolo e ne ha sorvegliato il caricamento su un vagone diretto al casino di caccia del maresciallo del Reich Göring. Il soldato che gliel’ha portato gli ha descritto il saccheggio della villa da cui l’hanno preso; l’ha definito «far spese».

Il divano fa tornare alla mente a von Rumpel una tabacchiera olandese del Settecento di ottone e rame e tempestata di minuscoli brillanti che ha esaminato qualche giorno fa, e la tabacchiera riporta i suoi ricordi, inesorabile come la gravità, al Mare di fiamma. Nei momenti di debolezza immagina di camminare, in un momento futuro, per i colonnati del grande Führermuseum a Linz, battendo i tacchi con brio sul marmo, mentre il crepuscolo si riversa dai finestroni. Vede mille teche di cristallo, così limpide che sembrano fluttuare a mezz’aria; dentro sono in attesa i tesori minerali di tutto il mondo, radunati da ogni angolo del globo: dioptasi, topazi, ametiste, rubelliti californiane.

Com’era quell’espressione? Come stelle scagliate dalle fronti degli arcangeli.

E al centro esatto della galleria, un faretto scende dal soffitto fin su un piedistallo; e lì, in un cubo di vetro, risplende una piccola pietra azzurra…

Il medico chiede a von Rumpel di abbassarsi i pantaloni. Anche se le questioni belliche non gli hanno dato tregua nemmeno per un giorno, von Rumpel è felice da mesi. Le sue responsabilità si vanno ampliando; a quanto pare non è che nel Reich abbondino gli esperti ariani di diamanti. Appena tre settimane fa, fuori da una stazioncina rigata dal sole a ovest di Bratislava, esaminava una busta piena di pietre limpidissime e ben sfaccettate; dietro di lui rombava un autocarro carico di dipinti avvolti nella carta e imballati nella paglia. Le guardie bisbigliavano che in mezzo c’erano un Rembrandt e parti di una famosa pala d’altare di Cracovia. Il tutto veniva spedito in una miniera di sale nelle profondità della terra sotto il paesino austriaco di Altaussee, dove una galleria lunga più di un chilometro scende fino a un colonnato risplendente, pieno di scaffali alti tre piani, nella quale il comando supremo sta accumulando le più splendide opere d’arte d’Europa. Riuniranno tutto sotto un unico tetto inespugnabile, un tempio a ciò di cui è capace l’uomo; i visitatori rimarranno a bocca aperta per mille anni.

Il dottore sonda l’inguine. «Fa male?»

«No.»

«E qui?»

«Nemmeno.»

Non c’era da sperare di estorcere qualche nome al gemmologo parigino. Dupont, dopotutto, non poteva sapere a chi fossero state date le copie del diamante; e neanche sapeva nulla delle misure di sicurezza adottate dal museo all’ultimo minuto. Ma era stato ugualmente utile; a von Rumpel serviva un numero, e ora lo aveva.

Tre.

Il medico dice: «Si può rivestire» e si sciacqua le mani in un lavabo.

Nei due mesi precedenti l’invasione della Francia, Dupont ha creato tre copie per il museo. Per farle ha usato il vero brillante? No, ha usato un calco, quello vero non lo ha mai visto.



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