Un affare balcanico by Diego Zandel

Un affare balcanico by Diego Zandel

autore:Diego Zandel [Zandel, Diego]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Voland
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


16.

Non vedevo Stefano da prima di partire per Belgrado, e appena finita la riunione con Gubetti lo raggiunsi in quella che consideravo sempre la nostra stanza. Sapevo da mia moglie Stella che mi aveva cercato la domenica quando ero a Belgrado, ma lei non poteva dirgli dov’ero, in realtà persino io avevo saputo della destinazione solo quando mi trovavo già sull’aereo.

Non appena Stefano mi vide, lo sentii esclamare: “Aho, ma che fine hai fatto? Ti ho pure cercato a casa! Ma Stella...”

“Lo so, non sapeva dove fossi e anch’io sono venuto a sapere dove andavo mentre ero già in volo...”

Stefano aveva sulla scrivania la rassegna stampa aziendale, me la indicò: “Ma c’eri anche tu a Belgrado? I giornali non parlano d’altro!”

Annuii, allargando le braccia “Serviva uno fidato che capisse la lingua!”

Sorrise. “Potrai dire: io c’ero!”

“E non solo io!”

“Cioè?... Vuoi dire che c’era pure...?” articolò il nome di Claudia, ma senza emettere suoni: non potevamo rischiare orecchie indiscrete. La preoccupazione di essere intercettati aveva contagiato pure lui. Mi vide confermarlo con un cenno del capo e quindi aggiunse: “Di questo ti volevo parlare.”

“Perché? Hai trovato qualcosa?” chiesi.

Stavolta fu Stefano a fare sì con la testa, accompagnando il gesto con la mano come a dire: tanta roba.

“Davvero?” esclamai sorpreso.

“Pranziamo insieme? Vedrai che piatto!”

“Non vedo l’ora” guardai l’orologio, mancavano pochi minuti all’una. “Ci vediamo fra una mezz’oretta?”

“D’accordo! Passa a prendermi!”

Tornai nel mio nuovo ufficio, sovrappensiero. Che avrà mai saputo di Claudia? mi domandai. C’entrava col fatto che era venuta a Belgrado? Mi passarono per la testa alcune immagini di lei al lavoro sul comunicato stampa con Živković... competente, determinata, mai arrendevole, qualche volta addirittura battagliera nello scegliere i termini più appropriati per la stesura in inglese. Affascinante. Non vedevo l’ora di sentire Stefano in proposito.

Mi affrettai a finire la relazione riassuntiva degli articoli usciti sulla stampa serba e croata e lo raggiunsi.

Finché non fummo arrivati in strada non scambiammo una parola, aspettavamo di essere fuori dalla portata di eventuali orecchie indiscrete, cimici e dispositivi vari, anche se sapevo che esistevano microfoni direzionali per ascoltare conversazioni da una certa distanza semplicemente puntandoli verso gli interlocutori. Non credo comunque fossimo a quel punto. Ora però, non essendo più solo io a temerlo, mi sentivo meno ridicolo.

Decidemmo di andare al Bocciofilo. Ma già lungo la strada, dopo essersi guardato intorno, Stefano mi fece la rivelazione.

“Sabato sera sono andato allo stadio a vedere la Roma... una partitaccia.”

“Sì, l’ho vista in tv... proprio in quel momento ho ricevuto la telefonata di Gubetti che mi precettava per la mattina dopo...”

“Lasciamo perdere” Stefano continuò a commentare la partita “anche se c’era Liedholm in panchina al posto di Carlos Bianchi... campionato finito dodicesimi in classifica, ma ti sembra un piazzamento da Roma?”

Come al solito, Stefano ha l’abitudine di partire da lontano prima di entrare nel cuore dell’argomento. Ma io fremevo per venire al dunque e provai a stringere.

“Pensavo che mi volessi parlare di Claudia.”

“E adesso vengo al punto... aspetta...”

Nel frattempo arrivammo al Bocciofilo, salutammo la signora Anna, l’amico Ennio, il cuoco, e ci mettemmo seduti, fuori, naturalmente.



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