Un passo oltre by Luca Nicoli

Un passo oltre by Luca Nicoli

autore:Luca Nicoli
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2023-07-17T00:00:00+00:00


L’introduzione della comunicazione elettronica nella relazione tra analista e paziente

Gli analisti oggi si stanno abituando a ricevere email e messaggi dai loro pazienti. Noi viviamo e lavoriamo in una società nella quale telefonare o aspettare fino alla seduta successiva per discutere qualcosa con il proprio analista sono visti come seccature non necessarie. Una paziente donna mi mandò un messaggio alle undici di un venerdì sera chiedendomi se pensavo che dovesse andare a letto con l’uomo che stava frequentando. Decisi di non rispondere, perché volevo evitare ogni discussione sul fatto che questo fosse un problema ragionevole da sottoporre al proprio analista con un messaggio. Comunque, cercai di analizzare questo comportamento nella seduta successiva.

Le prospettive dei messaggi e delle altre forme di comunicazione elettronica presentano all’analista alcune sfide formidabili. Una breve vignetta clinica illustrerà alcuni di questi dilemmi. La signora B., una impiegata in una banca di investimenti di ventotto anni, venne in analisi perché lei aveva molto successo sul lavoro, ma era molto in difficoltà con le sue relazioni sentimentali. D’abitudine, mi scriveva messaggi per farmi sapere se avrebbe tardato o sarebbe stata puntuale alla seduta. In una seduta particolare, ricevetti un messaggio che diceva:

“Molto traffico! Arriverò tardi. Forse 15 minuti.”

Dopo quindici minuti, ne ricevetti un altro:

“Sto parcheggiando adesso.”

Dopo circa tre minuti, ne ricevetti un altro che diceva:

“Adesso in sala d’attesa.”

Durante le sedute con me, la signora B. si sdraia sul lettino con due smartphone al fianco. Quando riceve un messaggio, lo controlla velocemente, qualche volta scusandosi per aver interrotto le associazioni, e poi torna al processo analitico. Il mercoledì, è atteso un importante rapporto di borsa verso le 14. Il suo telefono vibra, lei dice: “Solo un minuto”, controlla il telefono, e ritorna alla nostra discussione. Frequentemente mi legge i messaggi del suo nuovo ragazzo. Per esempio, una mattina arrivò nel mio studio, si sdraiò sul lettino, e disse: “Brian mi piace davvero. Mi manda sempre messaggi dolci. Ne ho appena ricevuto uno, glielo leggo:

‘Sto pensando all’altra notte e non mi riesco a concentrare al lavoro.’

Non è adorabile? Mi sta pensando proprio ora.” Allora alzò il telefono così che io potessi vederlo e disse: “Eccone un altro:

‘Veloce – quale attore vorresti vedere in un film – Brad Pitt o Ryan Gosling?’”

La lettura di questi messaggi e le frequenti interruzioni nelle sedute mi presentano un dilemma che non è facile da risolvere. Come ho argomentato in un articolo (Gabbard, 2000), non c’è una strada “corretta” per fare analisi. Ogni paziente deve fare analisi nel modo in cui deve farla. Quindi uno sforzo per stabilire dei limiti all’uso dei messaggi o all’accesso al telefono può creare potenzialmente problemi all’analisi. Il paziente può avvertire di stare facendo l’analisi scorrettamente, e dunque conformarsi ai desideri dell’analista o ribellarsi contro di essi. La psicoanalisi non è coercitiva – noi permettiamo ai nostri pazienti di mostrarci chi sono senza controllare quello che dicono o fanno. D’altra parte, un analista non può semplicemente ignorare l’uso dei messaggi o l’interruzione della seduta per controllare il proprio smartphone. Dovrebbe



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