Una regina al potere by Matteo Strukul

Una regina al potere by Matteo Strukul

autore:Matteo Strukul
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: General, Historical, Fiction
ISBN: 9788854199781
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2017-01-11T23:00:00+00:00


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Francia e Scozia

La cerimonia era stata un grande successo. Parigi amava gli sposi novelli.

Polignac sapeva quanto fosse importante. Le continue guerre da parte di Enrico, nelle quali la regina stessa e financo la sua favorita lo avevano spinto in tempi recenti, e il peregrinare per palazzi e castelli, fossero quello di Fontainebleau o Chenonceau, avevano rischiato di allontanare irrimediabilmente il popolo dai propri sovrani.

E questo doveva essere evitato.

Raymond de Polignac era uscito dal Louvre di buonora. Dopo aver imboccato rue Champ Fleuri, era giunto nella grande rue Saint-Honoré, scorgendo di fronte a sé la magnifica chiesa dal campanile imponente. Nella piazza antistante stazionavano gli ambulanti con spiedi di carne arrostita e vino, mendicanti, giocolieri, imbonitori, prostitute: una varia umanità che fin dalle prime luci del mattino affollava Parigi.

Polignac aveva proceduto sulla gran via, girando in rue d’Orléans per poi inoltrarsi fino alla loggia di Beauvais, dove si concentravano numerosi banchi di beccai.

L’odore degli animali macellati impregnava l’aria. Il sangue si rovesciava a fiumi nella loggia, mentre non pochi ambulanti vendevano salsicce appena insaccate.

Polignac vide i banchi di frattaglie, i prosciutti salati, i salami e, così facendo, pensò che una robusta colazione era stata proprio una buona idea per l’appuntamento che aveva fissato. Soprattutto considerando la persona che doveva incontrare.

Perciò, senza perdere altro tempo, entrò in una locanda che recava l’insegna di un cinghiale nero e si cercò un tavolo.

Ne scelse uno d’angolo, in modo da vedere l’entrata. L’odore di cibo gli aggredì le narici, conquistando immediatamente il suo olfatto. Nonostante l’ora, la locanda era già piuttosto gremita. Vide un paio di protestanti intenti a confabulare in un angolo. Li riconobbe immediatamente perché vestivano di nero. Sembravano corvi. Un po’ più in là, una vecchia baldracca si stava accordando con un bellimbusto che faceva di tutto per somigliare a un gentiluomo ma che, a ben guardare, non poteva esser altro che un millantatore. Indossava un farsetto color ciliegia ma il tessuto era di scarsa qualità, chiunque avesse a che fare con pizzi e stoffe di pregio se ne sarebbe reso conto. Un paio di perdigiorno giocavano a dadi. Probabilmente ubriachi. Probabilmente studenti.

A ogni modo, Polignac si accomodò. Era in anticipo, e preferiva individuare rapidamente il suo interlocutore quando fosse entrato dalla porta.

Non appena Gabriele I di Lorges, conte di Montgomery e capitano della guardia scozzese, fece il proprio ingresso, Polignac stava già sorseggiando dell’ottimo vino di Borgogna. Fece un cenno con la mano al capitano e lo invitò a raggiungerlo.

Quando lo ebbe davanti, nell’elegante farsetto marrone bruciato, la spada al fianco che spuntava come una coda di metallo sotto il mantello leggero, Polignac sorrise. Gli ricordava se stesso vent’anni prima.

«Montgomery», disse, «che piacere vedervi. Perdonate se vi ho fatto venire fin qui, ma avevo bisogno di parlarvi lontano da orecchie indiscrete».

«Al contrario, monsieur, sono io che ringrazio voi. Invitandomi qui, mi permettete di gustare una delle migliori colazioni di Parigi. Anche se immagino non mi abbiate chiamato per questo».

«Immaginate bene, mio giovane amico. Comunque, nessuno ci impedirà di unire l’utile al dilettevole.



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