Una storia del buddhismo by Bee Scherer

Una storia del buddhismo by Bee Scherer

autore:Bee Scherer [Scherer, Bee]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ubiliber
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il SÅ«tra del Loto

Il Saddharmapuṇḍarīka Sūtra, o Sūtra del Loto della vera legge per citare il nome completo, acquisì la forma attuale nel II secolo, ma molte delle storie che narra si trovavano già rappresentate in dipinti e sculture prima dell’era volgare. Alcuni significativi parallelismi con i Vangeli, specialmente con la parabola del figlio prodigo, sono indicativi dell’influenza che alcuni temi e narrazioni del buddhismo ebbero sul cristianesimo delle origini.22

Il tenore della scrittura si potrebbe definire mitico, poetico e ambiguo nei messaggi che ne costituiscono il nucleo: è un classico testo aperto, che si presta sia alla lettura soggettiva sia all’interpretazione esegetica. Questa sua caratteristica, in passato, ha portato a discutibili forme di lettura soggettiva, quali la pratica delle autoimmolazioni nella Cina medievale, ispirata al sacrificio di sé del bodhisattva chiamato “Visto con gioia da tutti gli esseri”, che era la precedente nascita del bodhisattva “Re della medicina”.23

Tre sono i temi centrali di questo sūtra: i mezzi ingegnosi (upāya-kauśalya; in cinese, fangbian; in giapponese, hōben); l’unificazione di tutti i sentieri buddhisti (ekayāna); le rivelazioni dell’Eterno Śākyamuni e di Avalokiteśvara, ovvero la compassione liberatrice dell’illuminazione, accessibile a tutti, nella forma di questo bodhisattva.

I mezzi ingegnosi comprendono tutti gli insegnamenti del Buddha e si traducono nelle azioni altruistiche e disinteressate del bodhisattva. Secondo le letture che di questo termine sono state date in Asia orientale, forse sarebbe più opportuno utilizzare la traduzione “mezzi appropriati” o “mezzi espedienti”.

Nel Sūtra del Loto il Buddha illustra ciò che intende per mezzi espedienti in due famosi esempi. Nella Parabola della casa in fiamme (capitolo 3) lo vediamo nelle vesti di un padre premuroso che attira i figli fuori dall’edificio che sta bruciando, metafora del ciclo delle nascite, con astuti stratagemmi e promesse. Il Buddha qui mostra la stessa empatia del padre che troviamo nella celebre Parabola del figlio prodigo (capitolo 4), la cui versione cristiana sembra essere una riscrittura, ma permette di vedere con chiarezza le differenze tra le due religioni. Mentre il padre cristiano, l’onnipotente Dio creatore, si limita ad accogliere il figlio di ritorno a casa, il padre nel testo originale buddhista lo guida lentamente, passo dopo passo, verso la piena consapevolezza e la maturità, ovvero l’illuminazione. I cristiani avrebbero dunque riscritto la parabola adattandola a uno dei concetti cardine della religione cristiana: il peccato. Questa nozione, decisamente estranea al buddhismo, trova la sua controparte orientale più vicina nella legge di causa ed effetto (karma) e nell’idea del demerito (pāpa). Al Buddha come padre ciò che interessa non sono la colpa, l’espiazione o il perdono, bensì il modo con cui liberare gli esseri dal ciclo saṃsārico dell’esistenza.24

Al centro dell’etica buddhista c’è quella che potrebbe essere definita un’attività pragmatica a beneficio di tutti gli esseri, che è importante sia radicata in un atteggiamento completamente altruista. Solo i praticanti molto avanzati nel cammino riescono a utilizzare i mezzi ingegnosi in modo benefico, anche oltrepassando i limiti imposti dal codice etico, come la raccomandazione di non mentire.

Prendiamo l’esempio di Vasumitrā, un bodhisattva altamente realizzato. Nell’ultima sezione del Gaṇḍayvūha si narra che diffuse gli insegnamenti nelle vesti di una cortigiana.



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