Vedo Satana cadere come la folgore by René Girard

Vedo Satana cadere come la folgore by René Girard

autore:René Girard
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2015-07-31T16:00:00+00:00


Parte terza.

IL TRIONFO DELLA CROCE

Capitolo 9.

SINGOLARITÀ' DELLA BIBBIA

Ai giorni nostri i critici dei Vangeli non cercano più di dimostrare che i Vangeli e i miti sono analoghi o identici, o comunque intercambiabili: le differenze, invece di costituire un problema per loro, li riempiono di piacere, tanto che non vedono altro. I punti di somiglianza, al contrario, vengono da loro soppressi.

Se vi sono solamente differenze fra le religioni, allora esse non vanno a formare che una sola, vasta indifferenziazione. Non si può definirle vere o false più di quanto si possa dire vero o falso un racconto di Flaubert o di Maupassant: in entrambi i casi si tratta di creazioni della fantasia e giudicare l'una più vera dell'altra sarebbe assurdo.

Questa è la dottrina che seduce il mondo contemporaneo. Le differenze sono diventate l'oggetto di una venerazione che in realtà è più apparente che reale. Si vuole dare l'impressione di prenderle estremamente sul serio, quando invece non si attribuisce più ad esse la minima importanza. Si ritiene che le religioni, nessuna esclusa, siano puramente mitiche, ma ciascuna nella maniera a lei specifica, che ovviamente è inimitabile. Ciascuno è libero di acquistare ciò che gli piace al supermercato delle religioni. Sui gusti non si discute. Gli etnologi anticristiani di un tempo la pensavano diversamente. Anche loro, come i cristiani, credevano in una verità assoluta, ed erano convinti di provare la sostanziale falsità dei Vangeli mostrando che assomigliano troppo ai miti per non essere mitici.

Costoro cercavano, non diversamente da me, di definire il dato comune alla mitologia e all'annuncio evangelico, e la loro speranza era che questo dato comune fosse così rilevante che non si potesse, per così dire, interporre alcuna differenza più grande fra i miti e i Vangeli. In tal modo essi si ingegnavano a dimostrare il carattere mitico di questi ultimi.

Tali studiosi instancabili non hanno mai scoperto ciò che cercavano, ma avevano tutte le ragioni, a mio avviso, per proseguire nella loro ricerca. Il dato comune ai miti e ai Vangeli esiste, come già sappiamo, ed è il ciclo mimetico o «satanico», è la sequenza tripartita formata dalla crisi iniziale, dalla violenza collettiva che ad essa segue, e dall'epifania religiosa che la conclude.

E' stato paradossalmente il loro anticristianesimo a impedire ai vecchi etnologi di scoprire tutte le somiglianze esistenti fra i miti e i Vangeli: la paura di essere nuovamente ghermiti dagli argomenti evangelici li ha senza dubbio indotti a tenersi a distanza. Essi si sarebbero ritenuti disonorati se avessero utilizzato i Vangeli nella maniera da me proposta nei primi tre capitoli. I Vangeli sono più trasparenti dei miti e diffondono questa trasparenza intorno a sé, perché sono espliciti riguardo al mimetismo dapprima conflittuale e infine riconciliatore. Rivelando il processo mimetico, essi penetrano l'opacità dei miti. Se noi ci basiamo sui miti, al contrario, non impariamo nulla intorno ai Vangeli.

Dopo aver identificato il ciclo mimetico grazie ai Vangeli, l'abbiamo riconosciuto senza fatica dapprima nella lapidazione di Apollonio e poi in tutte le culture mitico- rituali. Ormai sappiamo che le culture arcaiche



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