Williamson Jack - 1951 - L'isola del drago by Williamson Jack

Williamson Jack - 1951 - L'isola del drago by Williamson Jack

autore:Williamson Jack
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2011-12-15T08:12:12+00:00


CAPITOLO XVIII

Nan Sanderson lo accompagnò in un giro di addestramento lungo la fila decrescente delle vasche; si fermava davanti a ognuna, per mostrargliene il funzionamento, e poi, dopo avergli lasciato il tempo di studiare le istruzioni riportate nel promemoria, gli faceva una rapida serie di domande, per essere sicura che Dane avesse capito bene ogni cosa.

Dane la seguì, obbediente, ma si sentiva stordito, e la testa gli girava. Le sue reazioni forzate gli parevano troppo meccaniche e false, ma la ragazza pareva non accorgersi del suo profondo turbamento. Quando lasciarono l’ultima vasca, dalla quale i nuotatori, durante il loro sviluppo, avrebbero dovuto raggiungere secondo i piani il primo serbatoio esterno, scavalcando una bassa barriera, la ragazza si voltò, ansiosamente:

«Crede di farcela?»

Con voce un po’ rauca, le disse che pensava di avere capito tutto. Camminò con lei fino alla jeep, e la seguì con lo sguardo mentre lei guidava l’auto verso il massiccio edificio al di là del filo spinato, che ora aveva l’aspetto di una prigione.

Voltandosi per iniziare il suo lavoro, Dane tornò a studiare il documento vergato da quella mano che scriveva con calligrafia tremolante. No, non poteva sbagliarsi… era la calligrafia di Kendrew. Le implicazioni di questo nuovo elemento erano sconvolgenti.

Il documento dimostrava che l’eccentrico coltivatore di piante di Messenger era realmente Charles Kendrew… come il padre di Dane aveva sospettato un tempo, prima che il finanziere fosse riuscito, con il denaro o con l’inganno, a fargli dimenticare questo sospetto. Charles Potter era il creatore scomparso dei non-umani, al quale Gellian stava dando la caccia.

Ed era ancora vivo!

Messenger e Nan Sanderson avevano probabilmente mentito, sulla malattia e sulla morte del creatore, per scoraggiare qualsiasi inchiesta sul suo conto. Quell’inchiostro ancor fresco e le parole Promemoria per il Dottor Fallon erano prove sufficienti del fatto che il creatore non soltanto era vi-vo, ma era abbastanza sano di corpo e di mente, in quello stesso momento, da poter scrivere quelle complicate istruzioni per accudire alle sue creazioni.

Vivo… ma evidentemente prigioniero impotente dell’uomo che era stato suo amico e della creatura inumana che aveva creato. In qualche maniera, decise Dane, lo avevano costretto a scrivere quel documento. E in quello stesso momento, senza dubbio, stavano cercando di fargli creare la cellula mutante della quale avevano già disperatamente bisogno.

Ma com’era possibile tenere prigioniero un creatore?

Dane guardò di nuovo il promemoria, pensieroso, e la risposta parve abbastanza chiara, tra le righe tremolanti. Perché nessun procedimento di ristrutturazione dei geni avrebbe potuto trasformare un genetico umano in un dio. Qualunque fosse il metodo del creatore, aveva dei limiti… l’iniziale debolezza delle cellule mutanti lo dimostrava. Dane trovò anche significa-tivo, in maniera spiacevole e inquietante, che al creatore non fosse permesso di controllare direttamente l’intero processo di crescita, perfino nel caso degli innocui muli.

Cercando di leggere la storia dell’amico scomparso di suo padre tra quelle pagine scritte da una mano stanca, Dane rabbrividì di nuovo, malgrado il pesante calore tropicale. Conosceva l’astuzia senza scrupoli di Messenger, e aveva avvertito la presenza delle agghiaccianti facoltà mutanti



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