You like it darker by Stephen King

You like it darker by Stephen King

autore:Stephen King [King, Stephen]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2024-04-25T12:00:00+00:00


Due ore più tardi – almeno due – arrivarono in un’altra città, più grande, a giudicare dai rumori delle auto e dei camion e dalle voci che Finn sentiva ai semafori. Voci e risate, un suono che gli era diventato estraneo.

Alla fine il furgone accostò e Doc gli tolse il cappuccio dalla testa. «Qui finisce il tuo viaggio, figliolo. E questi sono per i problemi che ti abbiamo creato.» Infilò qualcosa nella tasca anteriore dei jeans di Finn. Poi, all’improvviso – sembrava quasi che avesse agito senza sapere che fosse quella la sua intenzione – lo baciò sulla fronte. «Ricordami nelle tue preghiere. Ne avrò un gran bisogno, cazzo.»

Aprì lo sportello posteriore e Finn scese, barcollante. Il furgone ripartì prima ancora che Doc avesse finito di chiudere lo sportello. Finn si guardò intorno, come un uomo che si risvegli da un sogno particolarmente vivido. Un ciclista suonò il campanello e gridò: «La sinistra! Tieni la sinistra!»

Finn salì sul marciapiede per evitare di essere urtato sul fianco da un vecchio mastodonte con i baffi bianchi e un naso che pareva la fusoliera di un bombardiere. Sulla sua destra c’era l’edicola di Randolph Street, dove comprava i cruciverba per sua nonna e ogni tanto – se era in vena di generosità – un numero di OK! o di Heat per le sorelle. Accanto all’edicola c’era la friggitoria Yor Best, dove aveva speso quasi una fortuna negli ultimi dieci anni. Era a poco più di un chilometro da casa.

Si avviò a passo lento, guardandosi intorno e incrociando le occhiate degli altri pedoni (molti di loro si voltavano subito dall’altra parte, convinti di avere a che fare con un vagabondo pazzo), guardando il cielo, guardando dentro ogni finestra. Sono vivo, pensava. Vivo, vivo, vivo. Si guardò anche diverse volte alle spalle, per assicurarsi che non ci fosse traccia del furgone nero.

Si fermò all’angolo di Peeke Street e si affacciò con cautela per controllare che Bobby Feeney non stesse venendo di corsa nella sua direzione, con il rischio di travolgerlo mentre portava via i documenti segreti, o le planimetrie, o si dirigeva verso la fabbrica di bombe. Non c’era nessuno. Infilò una mano in tasca e tirò fuori un rotolo di banconote da cento euro. Dovevano essercene almeno quaranta, se non di più. Le ficcò di nuovo in tasca.

«Per ogni colpo di sfortuna che Dio riserva ai mortali c’è sempre una compensazione doppia» aveva detto sua nonna. Be’, aveva almeno quattromila euro in tasca, ed era una prima compensazione. Ed era ancora vivo, e quella era la seconda.

Casa sua si trovava a due isolati da lì, in una via poco più avanti. Dovevano essere preoccupate per lui e, per quanto ne sapeva, era possibile che sua madre avesse anticipato il rientro dal suo importante viaggio d’affari, ma potevano aspettare ancora un po’. Ripercorse Peeke Street fino a Emberly, e da Emberly proseguì verso Jane Street. A metà di Jane c’era Pettingill Park. Doveva essere primo pomeriggio di un giorno di scuola, perché l’area giochi era



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