1. Action learning by Giuseppe Varchetta

1. Action learning by Giuseppe Varchetta

autore:Giuseppe Varchetta [Varchetta, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Raffaello Cortina Editore
pubblicato: 2020-05-27T22:00:00+00:00


All’interno di tale quadro di riferimento al si colloca, come indicato nella figura 1.2, nel quadrante “Formazione esplicita sul campo”.

La prospettiva dell’apprendimento situato sul campo di lavoro, secondo le indicazioni dell’activity theory e quella del processo di riflessività, consentono di interpretare al come caratterizzata da pratiche formali di formazione esplicita sul campo lavorativo: al stimola una riflessione continua, attraverso l’opera del facilitatore-trainer, sui processi di apprendimento, i pre-giudizi di lavoro dei partecipanti. L’operare all’interno del set di al da parte del gruppo dei partecipanti va al di là di una routinaria attività esecutiva, orientata dalle procedure e dalla cultura sedimentata dalle precedenti pratiche risolutive, per affrontare l’interrogazione relativa a possibili soluzioni nuove. La riflessione dell’azione è costantemente in primo piano e tale prospettiva orienta a una conversazione indirizzata a individuare, oltre il già noto, significati nuovi e condivisibili in quanto generati all’interno del gruppo di lavoro.

Il gruppo di lavoro di al, per tutta la durata del suo processo di sviluppo, resta in costante contatto, attraverso la valorizzazione del ruolo dello sponsor, con l’istituzione committente; lungo questa prospettiva, al (allineandosi così con l’esperienza della comunità di pratica) può “rappresentare una opportuna area di sosta (Kaneklin, Piccardo, Scaratti, 2010) in territorio di frontiera, all’interno del quale gli operatori coinvolti possono rileggere e riorientare i propri schemi mentali, le proprie esperienze lavorative, per stare all’interno dei cambiamenti organizzativi in atto” (Alastra, 2012, p. 66).

Conclusione

La centralità è oggi il soggetto umano: le donne e gli uomini che vivono, agiscono, e non sempre riflettono. La prospettiva salvifica è una scuola della vita, “un luogo capace di offrire almeno un’opportunità, se non un’occasione di confronto e dialogo con tutti quei ‘complicati problemi’ […] e al tempo stesso di offrire un fondamento di conoscenza, se non di saggezza, riguardo alle cose della vita” (Quaglino, 2011, p. 15); un luogo, in altre parole, “capace, in qualche misura, di rappresentare una possibilità di apprendimento attraverso la quale l’interrogazione della vita ne insegna la trasformazione: un luogo di apprendimento, cioè, non solo destinato al cambiamento, ma profondamente immerso nel cambiamento” (ibidem). Un luogo “capace di fare dell’esperienza della vita una pratica di formazione lungo il corso della vita e forse anche di restituire all’esperienza di formazione quel carattere imprevedibile, indeterminato, imponderabile e talvolta anche inesprimibile che spesso finisce per assumere il corso stesso della vita” (ibidem).

al, senza clamore, con passo modesto, ma saldamente ancorato ai dati della realtà sperimentata, può dare un sicuro contributo a tali prospettive.



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