1849 by Valerio Evangelisti

1849 by Valerio Evangelisti

autore:Valerio Evangelisti [Evangelisti, Valerio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852097492
editore: Mondadori
pubblicato: 2019-08-29T12:00:00+00:00


22

Il triumvirato

L’illusione durò appena una settimana, tra esplosioni di gioia, evviva ai fratelli piemontesi, sventolio di tricolori, cortei improvvisati. In ritardo si venne a sapere che a Novara il re Carlo Alberto aveva subito una sconfitta spaventosa. Si era anzi dimesso e aveva ceduto la corona al figlio, Vittorio Emanuele duca di Savoia. A questi toccò negoziare la pace con l’Austria. Il padre era fuggito, non si sapeva dove.

Roma era sconcertata, e Folco più ancora, perché alla tragedia dell’Italia unita (di cui soffriva epidermicamente) si aggiungevano ragioni di turbamento sue proprie. C’era il rischio che il rapporto con Lucia soppiantasse quello con Adelaide, e voleva evitarlo. Inoltre, abitare in casa Bernasconi era diventato un tormento. Malgrado lo spessore notevole delle pareti, udiva ogni notte i gemiti di orgasmi altrui, veri o simulati. Gli impedivano il sonno, specialmente quando gli sembrava che fosse proprio Lucia a lanciare sospironi o urletti, probabilmente fittizi, ma imitati con artistica bravura.

Decise di lasciare il bordello. Per prima cosa, come naturale, andò a trovare Giovanni Lanzoni. Lo trovò, grazie a un servitore, nelle terre di famiglia, che dipingeva un boschetto sulle rive di un lago. Vi arrivò in carrozza. Non aveva di che pagarla ma, come previsto, fu l’amico a compensare il vetturino.

«Che fai qui?» chiese Lanzoni. Aveva sul cavalletto un acquerello delicato, con i verdi del bosco molto intensi e l’acqua lacustre tendente al bianco. Non erano i colori naturali, però forse lui li vedeva così.

«Cerco casa» confessò Folco. «La tua famiglia non ha più bisogno di un panettiere domestico?»

«No, è contenta di quello che ha trovato, dopo il tuo abbandono. Al servizio di Bezzi e della sua squadra non guadagni abbastanza?»

«Sì. Il fatto è che mi pagano in buoni del tesoro, che faccio fatica a cambiare. I padroni di casa, come tutti i commerci, esigono moneta sonante.» A Folco venne un dubbio, tardivo perché ragionava con lentezza. «Come fai a sapere che lavoro per Angelo Bezzi? Dovrebbe essere un incarico segreto.»

Lanzoni ridacchiò. «Me l’ha detto Gabariol. A Roma sono segreti solo i grandi affari.» Riprese il pennello e lo intinse nella tavolozza. «Conosci qualcuno nel triumvirato?»

«Cosa sarebbe il triumvirato?»

«Non lo sai? Dal 29 marzo è stato sciolto il vecchio comitato esecutivo. Le sue funzioni sono passate a tre legislatori: Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini e Aurelio Saffi. Come puoi non esserne al corrente? Hai avuto da fare?»

Folco pensò agli ultimi incarichi portati a termine, su ordini provenienti da vicolo del Salvatorello. Erano stati soprattutto arresti di preti reazionari e spioni, inclusi due vescovi della comarca. Inoltre, era stato di guardia al sequestro di campane e arredi sacri, avvenuti con rari incidenti. Nient’altro di significativo.

Lo spiegò a Lanzoni, che disse: «Be’, se hai un poco di pazienza, tra breve inizierà la consegna degli edifici pubblici alle famiglie senza alloggio. Ti consiglio, per abitarci, Palazzo Venezia, tolto ai diplomatici austriaci e restituito ai veneziani. Non credo che verranno. Saprai il perché.»

«No.»

Lanzoni sospirò. «La situazione non solo italiana, ma europea, è pessima. È crollata la rivoluzione a Vienna, in Ungheria, in tutto l’impero austro-ungarico.



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